ROMA – All’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi a Polistena il diritto alla salute dei cittadini è a forte rischio: un rischio particolarmente odioso, trattandosi dei piccoli pazienti del Presidio. Come abbiamo potuto constatare in una nostra recente visita – grazie all’interessamento dei nostri attivisti di Polistena e Villa San Giovanni che in ciò ci hanno stimolato – la situazione della struttura è a dir poco preoccupante sin dall’ingresso al Presidio, le cui strade d’accesso sono più simili ad un percorso da esercitazione militare che ad un luogo di cura : una situazione logistica vergognosa che si trascina da lungo tempo. Quello che nel disastro sanitario regionale – che continua ad essere portato avanti da Scopelliti tra chiusure ed accorpamenti interessati e mostruosi piani di rientro fatti pagare ai calabresi – doveva rappresentare il Presidio Ospedaliero al centro di un bacino d’utenza importantissimo per demografia e posizione, con più reparti di tutta la Piana, vive uno stato di precarietà che sconfina in un colpevole abbandono.
La struttura, infatti, giusto il richiamo dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica (AAROI-EmAC) registra l’assenza di un Servizio di guardia di anestesia notturna ed è assente un reparto di Terapia Intensiva Neonatale per un U.O. di Ostetricia e Ginecologia che ha un punto nascite da 700 parti/anno con una concreta impossibilità di gestione dell’emergenza per le madri ed i loro bambini (vista l’assenza di un servizio di guardia di anestesia notturna). Un’ingiustificabile carenza di organico alla quale l’ASP di Reggio Calabria – pur sollecitata – non ha ancora posto rimedio e che pone di fronte a scelte imbarazzanti gli operatori medici e paramedici, impossibilitati a dividersi tra le varie emergenze, mettendo così a grave rischio non solo la salute dei pazienti ma anche loro stessi, per l’aumento esponenziale dell’esposizione ad eventuali errori e quindi a successive azioni legali per responsabilità.
Noi, cittadini del Movimento 5 Stelle, non possiamo tollerare che questo stato di cose continui; abbiamo perciò avanzato al Senato un’interrogazione al Ministro Lorenzin per sapere se questo Governo ha intenzione di trovare il tempo per occuparsi dei piccoli cittadini della Calabria – già potenzialmente svantaggiati prima di venire al mondo – oppure se preferirà far finta di nulla, come da tempo fa la classe dirigente calabrese : quello alla salute dovrebbe essere uno dei diritti fondamentali dell’uomo, Calabria compresa.