• Polistena. Dopo la manifestazione di sabato scorso, Tripodi: “La piazza non può rimanere inascoltata”
    Diecimila persone in piazza, tra loro cinquatacinque sindaci della provincia, medici, studenti, Presidente della Provincia e vicario del Vescovo. La mobilitazione continuerà
    27/10/2015 | Michele Tripodi sindaco di Polistena | Comunicato

    tripodiPOLISTENA – La manifestazione del 24 ottobre a Polistena è stata un successo di partecipazione popolare e di adesione organizzata di Sindaci, istituzioni, chiesa, associazioni, comitati, movimenti, scuole, partiti, sindacati. Ringraziamo tutti coloro i quali hanno sentito il dovere di partecipare, con una nota di merito al popolo di Polistena che quasi totalmente si è riversato in strada a protestare per difendere il proprio ospedale. Si stimano circa 10.000 partecipanti che hanno invaso le strade di Polistena in un lungo corteo colorato ed animato dalla passione civile, ribadendo più volte che la salute è un diritto tutelato dalla nostra Costituzione. Il diritto alla salute come bene di tutti è stato infatti il tema dominante della mobilitazione confluita in Piazza della Repubblica, dove 55 Sindaci provenienti da ogni area geografica della Provincia, a differenza dei pochi che prendono parte agli incontri con Scura, hanno presenziato, insieme a medici dell’ospedale, a studenti, al presidente della Provincia ed al vicario vescovile della Diocesi di Oppido-Palmi.

     

    Dopo questa straordinaria manifestazione, che per numero di adesioni e unità d’intenti non si vedeva in Calabria da molti anni, ci aspettiamo risposte non più rinviabili in due direzioni. La prima che riguarda la programmazione per ricostruire la sanità pubblica nella Piana, che non può essere concepita senza l’ospedale di Polistena, senza lo sblocco degli investimenti previsti per la sua ristrutturazione 9,5 milioni di Euro, senza una previsione di incremento degli attuali posti-letto oggi sottodimensionati su scala territoriale. La seconda che investe la quotidianità dell’ospedale di Polistena e si concretizza in un vero e proprio imminente atto di soccorso nei confronti degli operatori, messi in difficoltà dalle carenze di organico e dalla mancanza di strumentazione adeguata per assistere gli ammalati giorno dopo giorno.

     

    Due rivendicazioni precise su cui la piazza di Polistena, e i sindaci del territorio, pretendono atti concreti, il primo dei quali si articola nello stralcio del decreto n.9 nella parte che prevede la chiusura dell’ospedale di Polistena, il secondo nello sblocco delle assunzioni e del turn over che garantisce un minimo di continuità agli attuali servizi ospedalieri sul territorio. Chi oggi tieni in ostaggio la sanità in Calabria, da un lato il Commissario Scura e dall’altro il presidente Oliverio, deve correggere l’impostazione senza avvitarsi in scontri di potere interni al proprio partito di appartenenza che si ripercuotono sulla pelle dei cittadini, così come lo saranno i tagli alla sanità pubblica compiuti dal Governo.

     

    La salute è un diritto, e la mobilitazione continuerà a lungo sino a quando cioè non arriveranno risposte e risultati concreti per la Piana di Gioia Tauro che stavolta, unita, non cederà dinanzi a logiche imposte dall’alto. Far valere la dignità del territorio, oggi, per le istituzioni sociali e civili e per i cittadini tutti della Piana significa difendere l’ospedale di Polistena, e la manifestazione di sabato lo ha ampiamente dimostrato con la presenza massiccia anche di gente comune. Polistena è solo l’inizio di una mobilitazione che si estenderà e si ripeterà qualora chi ne dovrebbe interpretare i contenuti, continuerà ad arroccarsi nell’arroganza e nell’indifferenza.