• Conia (Rivoluzione Civile) gioca in casa per l’apertura della sua campagna elettorale.”La Calabria alla stregua di una colonia”
    04/02/2013 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    CINQUEFRONDI – “Solo un calabrese può rappresentare i bisogni propri dei calabresi”. Così tra i vari interventi il consigliere provinciale Giuseppe Longo da fuoco alle polveri ed introduce l’avventura alle elezioni politiche nazionali 2013 per il compagno di partito e candidato Michele Conia. L’esponente di Rivoluzione Civile ha scelto Cinquefrondi, paese d’origine, per rivendicare fortemente il suo radicamento sul territorio e la sua posizione favorevole in lista quali peculiarità che devono fare la differenza rispetto agli altri partiti e candidati. Ma a suonare la carica a favore di Conia ci hanno pensato anche i tanti supporters che si sono alternati sul palco precedendo la chiosa dell’esponente di Rifondazione. E nel comizio si sono toccati argomenti sensibili all’uditorio di sinistra quali la decisa alternativa che Rivoluzione Civile vuole rappresentare, in chiara contrapposizione all’offerta politica dell’asse Monti–Berlusconi.

     

    E pur non chiudendo le porte al centrosinistra targato Bersani-Vendola, certamente non ci si è lasciati sfuggire l’occasione per bacchettare a più riprese non solo l’ appoggio dato al governo tecnico, ma anche le scelte considerate infelici in tema di Imu e di spese militari, nonché per una certa conventio ad exludendum che ha contraddistinto in questa prima fase la linea politica del Pd. A più riprese è stato rimarcato che la candidatura di Conia è stata voluta dal basso, attraverso una raccolta firme che ha coinvolto la società civile – definita impegnata – ma anche il mondo delle associazioni quali Libera, che hanno appoggiato sin da subito l’iniziativa. Una grande rilevanza hanno avuto per questo i social network che hanno fatto da vera e propria cassa di risonanza sfociata nella costruzione di un sito personale utile a conoscere le idee e le iniziative del candidato e del movimento. In un crescendo di testimonianze, Conia è stato definito la voce della Calabria che deve arrivare a Roma ma anche una delle migliori espressioni della buona politica che, con il voto del 24 e 25 febbraio, deve contribuire – con le doti proprie di coerenza ed assieme di protesta – a bonificare la mala politica.

     

    E non sono mancati momenti galvanizzanti. Come quando sono stati letti la “Mia rivoluzione” di Fiorella Mannoia ed un pensiero politico di Enrico Berlinguer. A concludere è stato lo stesso Conia che ha voluto dapprima rimarcare il fatto che egli rappresenti “un noi e non un io” per poi passare in rassegna l’utilità del voto quale mezzo esplicativo della volontà popolare. Quindi l’epilogo con tre stoccate: una riservata alla Bindi rea, secondo Conia, di dedicarsi a fare subdole passerelle ai danni dei calabresi; la seconda sotto forma di ’invito agli elettori esortati a rifiutare un presunto governo etero diretto dalla BCE e la terza serbata per i suoi detrattori accusati, a suo dire, di alimentare una campagna di veleni e disinformazione mirata esclusivamente ad osteggiare il suo impegno politico.

     


     
  • 1 commento

    1. francesco

      Seguo la politica da circa trent’anni e la faccio,ho ascoltato centinaia di comizi e dibattiti televisivi a migliaia,ma non mi sono mai emozionato quanto ieri sera in piazza Repubblica di Cinquefrondi in occasione della apertura ufficiale della campagna elettorale del candidato alla Camera dei Deputati per Rivoluzione Civile in Calabria di Michele Conia. Solo per pudore non ho abbracciato tutti gli uomini a le donne che sono intervenuti a sostegno di Michele, non solo per le parole dette, ma perché è arrivata al mio cuore la loro passione, la loro voglia di cambiare, la loro speranza per un futuro migliore dei cittadini della Calabria e dell’Italia tutta. Mi sono emozionato anche parchè centinaia di giovani, donne e uomini affidano il loro riscatto a un giovane Avvocato figlio del popolo, un ragazzo capace di non tradire mai le aspettative di noi tutti. Dipendesse da me solo, prenderei Michele per mano e lo condurrei a Roma facendolo sedere lì, in parlamento, sicuro di affidargli a lui quella rivoluzione civile tanto necessaria e quanto sperata certo che la sua lotta è e sarà sempre per noi cittadini ,ogni giorno più umiliati e dimenticati dalle istituzioni, in barba alla Costituzione, usata ogni giorno a proprio uso e costume di chi vuole un popolo oppresso e schiavo.

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