REGGIO CALABRIA – “Nelle zone di riserva integrale è vietata qualunque attività antropica, ivi inclusa la raccolta di funghi epigei e di ogni prodotto del bosco e del sottobosco” , recita il comma II dell’art. 12 della Legge 394/1991. Analoga previsione, inoltre, è rinvenibile nell’ambito dell’art. 8 (Divieti di raccolta) della Legge Regionale 30/2001, secondo cui “La raccolta dei funghi epigei è vietata, salva diversa disposizione dei competenti organismi di gestione: a) nelle riserve integrali;…..”.
E’ quanto scrive, in una nota, il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, rispondendo alle notevoli sollecitazioni pervenute a seguito dei recenti lavori di tabellazione realizzati nell’area protetta. “E’ opportuno chiarire – scrive ancora Bombino in una lunga e dettagliata missiva – come l’apposizione di cartelli informativi, non sia frutto di un atto volitivo discrezionalmente posto in essere dall’Ente, bensì la semplice esplicitazione di una serie di regole vigenti e stabilite da leggi dello Stato, della Regione e assorbite dal Piano del Parco, strumento di pianificazione territoriale di competenza dell’Ente, in vigore dal 28 gennaio 2009, che individua, tra l’altro, le zone di riserva integrale e le relative modalità di fruizione”.
Tale strumento, è bene sottolineare, è giunto alla sua pubblicazione attraverso un iter che ha garantito la massima trasparenza e partecipazione di tutti i soggetti interessati: enti locali e stakeholders. L’Ente Parco, con l’apposizione della nuova cartellonistica, ha quindi inteso identificare territorialmente, in modo chiaro ed intellegibile, l’area di riserva integrale, in cui l’ambiente è conservato nella sua integrità e nel quale è possibile “camminare” lungo i sentieri regolarmente segnati e vivere la natura nell’accezione più pura. Questo al fine di far conoscere ai fruitori del territorio le regole vigenti ed evitare agli utenti le sanzioni previste dalla legge in caso di inosservanza, con l’obiettivo, inoltre, di instaurare una collaborazione fattiva tra Ente e cittadino indispensabile per la salvaguardia della biodiversità.