• Pallavolo Serie B1. Clamoroso a Trapani, la squadra del presidente Poma starebbe per formalizzare il ritiro
    Mancanza di sponsor alla base della decisione. Non bastano i contributi pubblici
    05/10/2014 | Edp - pallavolocalabrese.it - Sportiamo

    398052Pallavolo_TrapaniSul Profilo facebook pallavolocalabrese.it è riportato con data 29 settembre scorso, un post che riprende un articolo apparso su Sportiamo a firma di Fabrizio Cultrera. Lo proponiamo integralmente trattandosi di notizia rilevante ai fini dell’imminente avvio di stagione per la serie B1 girone C nella quale milita anche il la Jolly Cinquefrondi.

     

    La prossima settimana, a meno di clamorosi ribaltoni, sinceramente poco probabili, la pallavolo a Trapani sarà rasa al suolo! Dopo questa lunga estate, povera di novità, il presidente Francesco Poma, ci ha rilasciato una “toccante” intervista, dove spiega a 360° il perché di questo fallimento sportivo:

    Perché la Pallavolo Trapani chiude i battenti?
    “ Ci abbiamo provato in tutte le maniere possibili e impossibili, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare, non siamo riusciti a trovare uno sponsor che ci potesse consentire di partecipare ad un campionato impegnativo come la B1 maschile. Io in prima persona insieme ai miei dirigenti, non posso onorare un campionato di tale portata, dove le trasferte arrivano in centro Italia, quindi con la morte nel cuore siamo costretti a gettare la spugna”.

    Ci sono dei colpevoli in particolare?
    “ Tutti e nessuno, più volte ho avuto rassicurazioni dalle istituzioni e dalle forze imprenditoriali della nostra provincia, ma a conti fatti si sono rivelate delle “penose” bolle di sapone. A dire il vero il Sindaco Damiano si è dimostrato molto attento alla nostra precaria situazione, facendosi avanti personalmente alla ricerca di un sostanzioso (50.000 euro) contributo, ma i nostri imprenditori hanno fatto orecchie da mercante. Una città come Trapani avvolta dal mare, con tante floride aziende che navigano nell’oro, soprattutto grazie al mare, hanno preferito la classica pacca sulla spalla piuttosto che investire su una realtà come la nostra.

     

     

    Perché ha iscritto la squadra, visto che il rischio era quello di non poter fare neanche un campionato regionale?
    “ Io sono un tipo testardo, che non si arrende facilmente; quando ho un obiettivo cerco con tutte le mie forze di raggiungerlo. Poi il fatto che Trapani avesse una squadra in serie B di calcio e una in A2 di basket mi ha illuso di poter lottare per raggiungere la serie A anche con la pallavolo, ma grazie all’insensibilità dei nostri imprenditori, capisco che dovrò arrendermi all’evidenza”.
    Il domani della pallavolo a Trapani come si prospetta?
    “ Siamo giunti ad un bivio, entro la prossima settimana decideremo se chiudere totalmente l’attività oppure tenere il settore giovanile, con la speranza che qualcosa nei prossimi mesi si possa smuovere. In questo momento prevale lo scoramento, perché quando sei ad un passo dal paradiso e ti vedi rigettato all’inferno, il rospo è troppo difficile da ingoiare. Sicuramente la prossima settimana formalizzeremo alla Federazione la rinuncia al campionato, poi a bocce ferme sceglieremo sul da farsi, grazie Trapani…”.

    Fabrizio Cultrera
    (dall’ultimo numero di Sportiamo)

     

    Di nostro aggiungiamo che quando si spegne una lampadina che ha brillato per anni nello sport e che ha condiviso con altre realtà il percorso di crescita e valorizzazione del volley come strumento di educazione ed esempio di civiltà, a perdere sono un pò tutti. Auguriamo al Trapani di trovare l’adeguato sostegno economico per poter ritornare immediatamente sulla decisione e continuare ad onorare il campionato nazionale della propria presenza.

     

    Non ha di certo aiutato il nuovo disegno territoriale del campionato. La costruzione di un maxi girone centro-meridionale ha notevolmente aumentato i costi di gestione per le trasferte che, nel caso di Trapani, dovevano assorbire migliaia di chilometri avendo come avversarie vicine solo il Gela ed in Calabria Cinquefrondi e Cosenza. La speranza è che in futuro si tenga conto, vista anche la contingente crisi economica generale che si ripercuote anche e soprattutto a cascata sullo sport, del fattore distanza e non si assista più a situazioni del genere costruendo competizioni sempre economicamente sostenibili. Pena la morte di centinaia di società grandi e piccole.