• L’insostenibile condizione dei migranti nella Piana sta per esplodere nuovamente
    03/12/2012 | Flavio Loria, segretario provinciale Prc | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – La condizione dei cittadini immigrati nella Piana di Gioia Tauro, e specificamente, della popolazione che vive nella tendopoli collocata nel territorio di San Ferdinando, ha raggiunto livelli tali da paese non civile, una bomba pronta a detonare ed a fare rumore in tutto il territorio pianigiano, oltre che nelle coscienze di quanti ritengono sia necessario intervenire per poi rifugiarsi dietro la “cronica” mancanza di risorse.

     

    Centinaia e centinaia di immigrati ammassati nel campo allestito l’anno passato per una capienza di circa 250 posti, con tanto di inaugurazione alla presenza del presidente della Regione Scopelliti, stanno provocando un serio problema igienico sanitario, oltre a generare un senso di sdegno in ogni persona che s’imbatta in quella che è già diventata una vera e propria bidonville: bagni sporchi e non sufficienti, poca acqua e quasi sempre non riscaldata, poco cibo, scarsità dei beni di prima necessità. Questi migranti però svolgono nel nostro Paese un ruolo fondamentale, impegnati in lavori “scomodi” e sottopagati, sfruttati per dare una spinta al carente sistema agricolo locale, lavoratori infaticabili ed oggi insostituibili per la “macchina dello sfruttamento” che è la produzione agricola italiana, vittime della grande distribuzione e di politiche di settore che hanno svenduto all’altare dell’Europa mano a mano le nostre migliori produzioni.

     

    Alla luce di quanto accaduto negli anni passati si era deciso comunque di intervenire, gli enti preposti con a capo la Regione e la Prefettura, intervenendo con l’abbattimento dei luoghi della vergogna e con l’allestimento della tendopoli di San Ferdinando, avevano iniziato un percorso quanto meno di umanizzazione della questione, che per noi ha radici precise nella logica del capitalismo sfrenato che indica ai proprietari solamente la direzione dello sfruttamento e di conseguenza una tratta di esseri umani, spesso di colore come nei secoli passati, asserviti alle merci ed al libero mercato. Oggi, nonostante gli appelli lanciati prima della consistente e prevedibile presenza di oggi, nonostante l’insostituibile lavoro di volontari come quelli impegnati nella scuola d’italiano “Markus Kante”, da poco ripartita tra mille difficoltà, e l’organizzazione di iniziative volte a squarciare il velo d’ipocrisia di questa immane tragedia umana come quelle dell’associazione multiculturale AfriCalabria od all’azione svolta tramite la campagna Sos Rosarno od anche a quelle promosse dalla Cgil, oggi nel silenzio e nell’indifferenza generale soprattutto della Regione Calabria, gli immigrati vivono e precipitano sempre più verso una condizione disumana.

     

    Facciamo appello affinchè le istituzioni competenti possano prendere a cuore tale situazione; invitiamo il ministero degli Interni a mettere a disposizione le risorse (non tante, tra l’altro) utili a “tamponare” la difficile situazione. Rifondazione Comunista, con i suoi militanti, è impegnata nell’emergenza e lancia un appello a chi è disposto a dare il proprio contributo per questa causa: c’è sempre più stringente necessità di cibo, vestiario, brande e/o materassi, c’è l’esigenza di fare avvertire la presenza solidale degli italiani, c’è la necessità di evitare che la Piana sopporti un’ulteriore vergogna.