• Il Coordinameno “No al carbone”: “Pronti alla manifestazione di domani a Saline Joniche”
    28/10/2011 | Comunicato Coordinamento ''No Carbone'' | Strill.it

    REGGIO CALABRIA – Il movimento No Carbone affila le armi, in vista del presidio simbolico in programma domani mattina a Saline Joniche, ma soprattutto pensando alla contesa finale che deciderà dal 29 ottobre in poi le sorti del progetto della centrale a carbone nell’Area Grecanica. Nella conferenza che si è svolta questa mattina al Museo del Bergamotto di Reggio Calabria, il Coordinamento Associazioni Area Grecanica ha messo sul piatto le ragioni che spingono a dire no al progetto della multinazionale svizzera Repower e della sua controllata SEI spa. Un no deciso e tanti sì, all’insegna della progettualità e di un’opposizione costruttiva a un modello di sviluppo nefasto, da sostituire con un modello che valorizzi i territori, rispetti l’ambiente e la salute dei cittadini. “Per questo abbiamo voluto partecipare al No Carbone Day nazionale insieme a tutte le altre realtà italiane che si trovano come noi a contrastare investimenti sul carbone o peggio ancora ne subiscono gli effetti – dice Noemi Evoli a nome del Coordinamento – e lo faremo con un presidio simbolico e colorato, insieme alle 100 organizzazioni, tra partiti, sindacati, associazioni, movimenti, dal territorio ma anche dal resto della Calabria e addirittura dall’estero, che hanno aderito all’iniziativa di Saline Joniche”. In prima fila ci saranno una delegazione svizzera, in rappresentanza delle tantissime associazioni d’Oltralpe gemellate col movimento dell’Area Grecanica, e Karmen Ramírez Boscán, colombiana leader popolazione indigena Wayoo, tra le più colpite dalla devastante industria di estrazione del carbone. Presenze dal forte impatto simbolico, perché proprio il carbone colombiano dovrebbe alimentare la centrale calabrese di marca svizzera, facendo scattare immediatamente una solidarietà europea e addirittura transoceanica. Ma l’incontro di oggi è stato incentrato soprattutto su “Le altre verità sull’investimento Repower”. E il compito di descriverle, documenti alla mano, è toccato a Nuccio Barillà, del direttivo nazionale di Legambiente, e a Markus Keller, responsabile per l’Italia del vasto e radicato coordinamento di opposizione al carbone del Cantone dei Grigioni, in Svizzera. Perché il movimento “Zukunft Statt Kohle! – Futuro invece che carbone!” ha nella solidarietà, nell’etica ecologista e nello spirito internazionale i suoi fondamenti. Un tratto caratteristico – rarissimo in Italia – che fa sì che gli elvetici si sentano responsabili in prima persona delle azioni della svizzera Repower, anche se a subire i danni degli investimenti sul carbone saranno le lontane popolazioni del Nord della Germania e dell’estremo Sud della Penisola italiana. Una lezione di civiltà, tanto cara agli svizzeri dei Grigioni da spingerli a eleggere, sull’onda delle contestazioni al carbone, ben due dei cinque rappresentanti cantonali all’Assemblea di Berna: Josias Gasser, un imprenditore vicino ai Verdi-Liberali, e Silvia Semadeni, socialista e presidente dell’associazione Pro Natura. REPOWER, PRIVATI MA NON TROPPO. La discussione entra nel vivo quando Nuccio Barillà chiede conferma su un dato essenziale della contesa: la multinazionale Repower è formalmente una società per azioni, dunque, un privato, ma sostanzialmente investe con soldi pubblici. La conferma di Keller è totale: circa l’85% delle azioni è posseduto da società pubbliche o a capitale pubblico, di cui il 46% dal Cantone dei Grigioni, che le ha ottenute in contropartita alla cessione di parecchie delle centrali idroelettriche presenti sul territorio. Tra gli azionisti anche Francia, Germania, comunità locali e reti istituzionali. Un punto nodale, sul quale il movimento No Carbone intende anticipare le prevedibili mosse del Governo italiano: “Di fronte al no del ministero dei Beni Culturali al progetto della centrale di Saline, che controbilancia l’ok della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente, e di fronte al no della Regione Calabria e degli enti locali, la strategia che si profila – ha spiegato Barillà – è quella di un decreto legge che sfrutti una leggina sugli investimenti privati in aree dismesse per scavalcare la volontà dei cittadini espressa dagli organismi democraticamente eletti. Sarebbe una mossa irresponsabile, oltre che incostituzionale poiché lo Stato violerebbe le competenze della Regione in materia. Una sfida che siamo pronti a sostenere fino in fondo”. LA REPOWER CROLLA IN BORSA. “Per oltre tre anni abbiamo messo in campo senza successo iniziative politiche per contrastare le politiche di Repower – racconta Keller – perché è forse la peggiore multinazionale elvetica dell’energia dal punto di vista etico. Ma il potere della società è sempre stato molto forte, e il governo cantonale non l’ha mai attaccata. Per anni è stato come se la Repower avesse una delega a gestire la politica energetica dei Grigioni. Dopo gli scandali degli ultimi tempi le cose sono cambiate, la gente si rende conto delle nefandezze che l’azienda ha compiuto, la sua credibilità è stata demolita e oggi le azioni della multinazionale sono al minimo storico”. Una svolta politica sancita anche a livello istituzionale: “Per la prima volta – ha aggiunto Keller – il presidente del Governo dei Grigioni Martin Schmid ha criticato aspramente le politiche aziendali della Repower”. Keller ha poi ripercorso le tappe della contestazione elvetica: dalla lettera aperta di 24 professori svizzeri che hanno denunciato il rischio carbone, alla manifestazione di Coira della scorsa estate, fino alla raccolta di quasi 5mila firme e la conseguente l’indizione di un referendum. “L’opzione carbone – continua Keller – è diventata un tema pubblico in Svizzera, perché noi svizzeri non accettiamo che una nostra azienda faccia investimenti all’esterno su tecnologie “sporche” quando il nostro paese ha deciso di investire sulle fonti rinnovabili, non accettiamo che la Repower vada avanti in un progetto, in Germania e in Italia, a danno delle popolazioni locali e da queste osteggiato. La Regione Calabria ha detto no e per noi è inconcepibile che si vada avanti nel progetto”. Si va avanti a tutti i costi, ma perché? “Non riusciamo a comprenderne i motivi – conclude Keller – ma evidentemente sono in campo interessi nascosti, movimenti sotterranei che spingono in questa direzione”. INCIDENTE DIPLOMATICO. Sulla contestata “natura partigiana” del Consolato svizzero di stanza a Reggio Calabria, il portavoce dei movimenti elvetici si dice sconcertato: “Un rappresentante del mio paese – continua l’attivista d’oltralpe – sostiene il progetto dell’impresa svizzera a Saline, andando oltre i compiti istituzionali, ed è grave e motivo di forte imbarazzo perché la Svizzera ha avanzato un richiamo formale all’Italia poiché ha fornito cifre manipolate sulle emissioni di CO2, come appurato dagli esperti”. Silenzio e imbarazzo anche sugli stretti legami tra i comitati locali a sostegno della centrale di Saline e la Repower, che li ha appoggiati anche economicamente. “Perché il Consolato non dice nulla?” incalza Barillà. LE OMBRE DI REPOWER ITALIA E IL RISCHIO MAFIA. Ad alimentare le ansie degli svizzeri il rischio che l’investimento di Saline, un progetto da 1,2 miliardi di euro, possa far gola alle mafie. Al contrario degli italiani, i cugini d’Oltralpe non tollerano in alcun modo l’ipotesi di infiltrazioni della criminalità organizzata. E la condotta della Repower Italia non alimenta la fiducia circa la tenuta alle pressioni della ‘ndrangheta. Come ricorda Keller, il ramo italiano della multinazionale è stata chiamata in causa dalle autorità con l’accusa di frode e violazione della normativa antitrust. L’ALTERNATIVA DEL BERGAMOTTO. La scelta della sede della conferenza non è casuale. Il Museo del Bergamotto rimanda alla tradizione di un territorio da valorizzare, da riscoprire. Una produzione d’eccellenza – l’agrume è un prodotto tipico che cresce solo nel territorio reggino – portata avanti da oltre 400 coltivatori, e dà lavoro e genera economia pulita. Non è un caso se il Consorzio del Bergamotto ha deciso di aderire al presidio No Carbone: la scelta industriale metterebbe a repentaglio l’intera filiera. “Quanti posti di lavoro si perderebbero, a fronte dei 140 nuovi posti che fornirà la centrale?”, sottolinea Franco Meduri dell’associazione Nemesis, al tavolo dei relatori in rappresentanza del Coordinamento insieme a Paolo Catanoso e Francesca Panuccio. “Dopo i fallimenti dei decenni scorsi, insistere oggi sulla via dell’industria inquinante – ribadisce Barillà – proprio quando le dinamiche globali spingono in un’altra direzione è assurdo. E le alternative non mancano”. NO A TRATTATIVE SEGRETE, SI’ AL CONFRONTO PUBBLICO. Altro messaggio forte che parte dalla Svizzera e viene amplificato in Calabria ha a che fare con la democrazia. Per Markus Keller occorre seguire la via del dibattito pubblico, come si è fatto nel Cantone dei Grigioni, con la Repower, gli ambientalisti e i cittadini seduti allo stesso tavolo. Ecco perché la presenza di “comitati aziendali” fa gridare gli elvetici allo scandalo. Dal Coordinamento dell’Area Grecanica si sottolinea come l’azione del fronte del sì si muova sottotraccia, con eventi a porte chiuse che vengono poi amplificati da comunicati stampa, campagne choc come quelle dei manifesti a sostegno della CO2, incontri semi-istituzionali dei rappresentanti della SEI con gli enti locali e quant’altro. Ecco perché l’invito è quello di mettere in piazza il dibattito, prendere posizione, dare modo alla gente di intervenire. “Noi siamo per il dialogo – chiosa Barillà – al di là delle piccinerie e della miseria di chi rappresenta la Repower sul territorio”. LE RESPONSABILITA’ DEI SINDACI. Nuccio Barillà richiama ancora una volta l’attenzione sugli enti locali e ribadisce il messaggio: “Abbiamo già detto che sul capitolo delle opere compensative e dei 50 milioni di euro messi sul tappeto le cose non sono chiare. Abbiamo parlato di trattative segrete e, dietro le quinte, sono arrivate smentite a mezza bocca. Allora ribadiamo il concetto, delle due l’una: o sono in corso delle trattative tra i sindaci e la SEI, e ciò sarebbe gravissimo poiché ufficialmente gli enti locali sono schierati contro il carbone, oppure queste trattative non ci sono, e ciò è ugualmente grave perché i sindaci si disinteressano delle manovre che si stanno pur compiendo sul territorio, il cui bene sono chiamati a salvaguardare su mandato elettorale dei cittadini”. Il messaggio è oltremodo chiaro: “Questo è il momento della responsabilità. Cambiare idea è legittimo, a patto che si dica apertamente di essere a favore del carbone”. E ovviamente l’unico metodo possibile è quello democratico: “Abbiamo sempre rifiutato gli incontri a porte chiuse, non ci sono trattative da fare, le posizioni sono in campo da anni, manifestate sulla stampa e con le osservazioni ufficiali sul progetto. Il confronto deve essere pubblico e nelle sedi istituzionali. Questa è la democrazia”. IL BALLETTO DEI NUMERI. A prevenire l’ “offensivo” balletto dei numeri e delle presenze, che ha accompagnato la manifestazione di Coira, Keller e Barillà si esprimono con determinazione. “Siamo l’opposizione, siamo forti e credibili” dice Keller. “Quello di domani sarà un presidio simbolico – dice Barillà – con la presenza non scontata di rappresentanti del sindacato e delle categorie produttive, a testimonianza che un altro futuro occupazionale ed economico è possibile. Non ci interessano le provocazioni, non ci interessa guardare alle assenze, ma vogliamo invece sottolineare le presenze, un pezzo di società che porta avanti un modello alternativo a quello della centrale a carbone e al Ponte sullo Stretto. È arrivato un nuovo stop, speriamo definitivo, alla megaopera, una ragione in più per manifestare a Saline”.

    ADESIONI PRESIDIO SALINE JONICHE:

    Coordinamento Associazioni Area Grecanica – Comune di Bagaladi – Comune di San Lorenzo – Associazione Zukunf Statt Kohle (Chur, Svizzera) – Associazione Eureka (Lazzaro, Motta San Giovanni) – Associazione Propentedattilo (Melito P.S.) – Associazione I Fossatesi nel Mondo (Fossato, Montebello jonico) – Associazione Nemesis (Saline Joniche, Montebello) – Agenzia Borghi Solidali (Area Grecanica) – Associazione Mondoverdeclub (Melito P.S.) – Associazione Pro.me.teo (Melito P.S.) – Proloco Saline Joniche – Legambiente – Unpli (Unione Nazionale Proloco d’Italia) RC – Libera Area Grecanica – Rete Difesa del Territorio Franco Nisticò – Forum Terzo Settore Area Grecanica – MoVimento 5 stelle Reggio Calabria – Presidio “San Ferdinando in Movimento” (San Ferdinando) – Movimento Energia Pulita (Reggio Calabria) – Kalafro Sound Power – Nuovi Rumori – Aspromonte liberamente – Comitato civico Lazzaro-Motta – Comitato per la salute (Melito P.S.) – Arci RC – Lega dei Socialisti della Calabria – Accademia delle imprese europea – Csoa Cartella (Gallico, Reggio Calabria) – AssociazioneCulturale Snap (Reggio Calabria) – Circolosel Angelo Vassallo (Reggio Calabria) – Associazione Banda Falò (Villa San Giovanni) – MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) Calabria – Libera Reggio Lab (Reggio Calabria) – Italia Nostra sez. Reggio Calabria – Associazione Kleos (Lazzaro, Motta San Giovanni) – Se Non Ora Quando (Reggio Calabria) – Associazione Santi Cosma e Damiano (Masella, Montebello J. – Circolo di Cultura Greca Apodiafazzi (Bova) – Fipe Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Provincia di Reggio Calabria) – Associazione Cittadinanza Attiva (Reggio Calabria) – Associazione OTHEREARTH forum energia ambiente ricerca – Movimento Difesa Ambientale (Condofuri) – Collettivo Unirc (Reggio Calabria) – Associazione Angoli Corsari (Lazzaro) – ASD scuola calcio Saline Joniche – Verdi Grigione (Svizzera) – Myblueplanet (Svizzera) – CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza) Calabria – Ars Solaris Haechler (Svizzera) – WWF Calabria – UDS (Unione degli Studenti) Reggio Calabria – Consorzio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria – Consorzio Unionberg O.P. – Consorzio del Bergamotto – GaStretto – ASD Maria SS Immacolata Melitese – Associazione Nuovi Sentieri (Reggio Calabria) – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Rotaluna for change – Pro Natura (Svizzera) – Ass. Bürgerinitiative Gesundheit und Klimaschutz Unterelbe/Brunsbüttel (Germania) – Partito socialista Grigioni (Svizzera) – Ass. Vereinigung Bündner Umweltorganisationen (Unione dei organizzazioni ambientaliste Grigionesi) (Svizzera) – Associazione Vereinigung Bündner Umweltorganisationen – IDV Italia Dei Valori – Ecodem – Ambientalisti per il Partito Democratico – Comitato Civico Lazzaro – Libera Reggio Calabria – PdCI Partito dei Comuni Italiani – Gruppo Scout Saline J. – Misafumera, camminando verso Sud – A.S.AKROMION (Reggio Calabria) – GAS Esperia – PD Partito Democratico Reggio Calabria – Calabria Etnica – Comitato civico Leone Sgrò (Fossato, Montebello J.) – San Giuseppe sas – Solarstatt (Svizzera) – Associazione Nuova S’Elia – WWF Grigioni (sez. Svizzera) – PRC Partito della Rifondazione Comunista – Associazione “Io Resto in Calabria” – Ass. mestri di speranza (RC)