• A Polistena l’invito del parroco don Pino Demasi per il 7 settembre, giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria e in Medio Oriente
    La veglia di preghiera inizierà alle ore 21:30 nella Chiesa della Ss. Trinità
    05/09/2013 | Don Pino Demasi, parrocchia Santa Marina Vergine | Comunicato

    ceri vegliaPOLISTENA  - Quella del 7 settembre sarà una giornata importante. Sarà la prima grande manifestazione di pace contro la guerra in Siria e “i drammatici sviluppi che si prospettano.” L’ha indetta con grande forza e coraggio Papa Francesco rompendo il silenzio e l’inazione generale che da lungo tempo circonda questa tragedia. Il Sommo Pontefice ha chiesto in modo particolare una giornata di preghiera e di digiuno. Rispondendo alle sollecitazioni del Sommo Pontefice, la comunità parrocchiale Santa Marina Vergine del Duomo cittadino, su invito del parroco don Pino Demasi, si ritroverà nella Chiesa della Santissima Trinità, Santuario di Maria Santissima dell’Itria, Sabato 7 settembre alle ore 21.30, per una Veglia di preghiera per la PaceAi partecipanti si chiede anche di accogliere l’invito di Papa Francesco al digiuno, rinunciando alla cena. Il digiuno vuole essere, prima ancora che un atto di rinuncia materiale al cibo, un gesto di vicinanza a tutti quei bambini, quelle donne e quegli uomini che sono precipitati nell’inferno della guerra “in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero”. Vicinanza, condivisione, solidarietà contro lontananza, indifferenza, menefreghismo. Il digiuno è anche un atto politico contro una politica che minaccia di trascinarci in un nuovo conflitto mondiale, che non solo non ha ancora fatto nulla per spegnere l’incendio mediorientale ma ha addirittura contribuito ad alimentarlo. Il digiuno è un gesto di protesta contro l’ingiustizia dilagante e contro l’ipocrisia che l’accompagna e cerca di coprirne i responsabili. Ma il digiuno è anche un atto di “penitenza”, di “autocritica”, di riconoscimento delle proprie responsabilità. Chi digiuna riconosce di non aver fatto abbastanza, di essere in qualche misura “corresponsabile”. Forse non potevamo fare altro ma, di fronte a tragedie così grandi, non ci possiamo autoassolvere. L’augurio che Il 7 settembre tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non, partecipino alla giornata di digiuno e di preghiera e che  nessuno possa dire “ma io che c’entro?”.