• Ex Omeca ai giapponesi. Sindacati, Raffa e Falcomatà: “Vigilare sui livelli occupazionali”
    25/02/2015 | www.strill.it

    “Poco importa se a rilevare le Omeca sono stati i giapponesi dell’Hitachi, anche se avremmo gradito che fossero rimaste una parte importante del know how italiano, l’interessante che non venga disperso un patrimonio industriale d’eccellenza che, nel settore delle costruzioni di materiale rotabile, è apprezzato in tutto il mondo”. Giuseppe Raffa, presidente della Provincia, dopo la cessione di Finmeccanica di questo ramo d’azienda, rimane cauto sull’operazione che ha portato nello stabilimento di “Torre lupo” la multinazionale Giapponese, ma conferma l’attenzione personale e dell’Ente che presiede “ sul futuro di uno dei pochi veri insediamenti industriali della Calabria. Vigileremo – dice – come abbiamo fatto in passato e poco importa se, oggi, il salario alle maestranze sarà garantito dei giapponesi. Il settore delle costruzioni ferroviarie, in un’economia globale, è regolato dai mercati che tengono conto soprattutto della qualità e degli standard di sicurezza del materiale ferroviario. Caratteristiche,queste, che fanno parte della storia dello stabilimento reggino che si è sempre contraddistinto per l’alta professionalità delle sue maestranze. E siccome queste caratteristiche rappresentano tutt’oggi il grande bagaglio dei dipendenti, credo che la nuova proprietà abbia tutto l’interesse a valorizzare un prodotto già apprezzato e richiesto dai mercati internazionali. Quello che oggi ci preme conoscere, in questo Governo nazionale dovrà farsi garante, é il ruolo che dovrà essere svolto dallo stabilimento nel contesto del piano industriale di questa multinazionale che può contare sul contributo dei dipendenti (tecnici e maestranze) che, ancorché giovani, sono dotati di comprovate qualità professionali in grado di adeguarsi, cosa che hanno fatto in tutti questi anni, alle nuove linee produttive. Oggi la cautela è d’obbligo anche sul fronte dei livelli occupazionali.

     

    Sullo stabilimento ex Omeca, le forze politiche, sociali, imprenditoriali dovranno fare fonte comune nei confronti del Governo nazionale il quale, oggi più che in passato, ha l’obbligo di fare chiarezza sul futuro di questo insediamento industriale”. «Esprimiamo viva soddisfazione per il completamento che ha portato all’acquisizione dell’Ansaldo Breda da parte della società Hitachi». Così il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: “Soddisfazione che nasce dalla conferma dell’annuncio dato dal Premier Renzi nel corso della sua visita presso l’impianto di Torre Lupo: le Omeca saranno salvate al pari degli stabilimenti di Napoli e Pistoia. Ma vi è di più. L’incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio, ci ha rassicurato ancora di più, poiché all’interno del piano industriale proposto da Hitachi è previsto non solo il salvataggio ma anche la valorizzazione dello stabilimento di Reggio Calabria. Alla politica tutta e a questa amministrazione comunale, il compito di vigilare affinché le procedure vengano rispettate e affinché i livelli occupazionali siano garantiti e implementati».

     

    Preoccupazione e sconcerto per il futuro delle maestranze e dell’intero stabilimento ex-Omeca di Reggio Calabria viene espressa dalla Fiom territoriale così come dalle segreterie della Cgil regionale e del comprensorio Reggio-Locri (Leggi qui): «36 milioni di euro verserà il nuovo acquirente per gli stabilimenti di Reggio Calabria, Napoli, Pistoia. La nostra fabbrica sarà stata valutata forse 7 o 8 milioni di euro. Se non si tratta di svendita questa, non sappiamo di che si tratta. Certo, un prezzo così basso è dovuto sicuramente a un debito pregresso del Gruppo AnsaldoBreda, ma chi ha generato quel debito? Sicuramente non i lavoratori dell’AnsaldoBreda, e men che mai lo stabilimento di Reggio Calabria e le sue maestranze che tanto hanno dato in termini produttivi negli ultimi anni. Mentre in altri stabilimenti il primo treno della serie veniva fatto uscire dalla fabbrica in pompa magna con fumogeni, laser ed effetti luce e sonori alla presenza dell’Ad Moretti, esponenti del Governo e politici vari, a Reggio Calabria l’uscita del primo Metro-Expo era stata preparata con qualche pianta ordinata dal fioraio vicino e alla presenza del solo Amministratore delegato di AnsaldoBreda Maurizio Manfellotto.

     

    Se poi in seguito tutta l’Italia è venuta a conoscenza che quel gioiello di metropolitana era interamente costruita nella nostra città è stato solo e per esclusivo merito dei lavoratori reggini, e per la loro dignitosa lotta per la rivendicazione del Premio di Produzione 2013, ingiustamente negato e poi parzialmente recuperato dopo giorni di sciopero. La politica nazionale si era avvicinata alla fabbrica con la visita interessata e attenta dell’ex Ministro Maria Carmela Lanzetta: visita vera e autentica, di una persona degna e perbene a cui và tutta la nostra solidarietà e stima. La visita lampo successiva del Premier Mattei Renzi con l’AD Mauro Moretti e tutto il corteo politico calabrese e le motivazioni della stessa saranno i calabresi stessi a giudicarla, ma bene ha fatto la FIOM a decidere in quell’occasione a guardare tutto da lontano, con diffidenza, a non lasciarsi andare ai selfie e pronta solo a intervenire in caso di un improbabile confronto e non del solito monologo e soliti slogan “State sereni e il meglio deve ancora venire!”.

     

    Quando vendi il 100% di una proprietà non puoi pretendere nulla per il futuro. E ci fa sorridere amaramente la dichiarazione di Delrio che promette garanzie di future commesse». Domande d’obbligo per la Fiom: «Chi garantirà queste commesse a Reggio Calabria? Finmeccanica che perde il settore ferroviario o il Governo che in venti anni non li ha mai garantite ad AnsaldoBreda? Ora le garantiranno però ai giapponesi dell’Hitachi? Oggi apprendiamo per certo che Hitachi ha comprato AnsaldoBreda per poter poi acquistare la più appetibile Ansaldo Sts. Che Hitachi si è leggermente sbilanciata per investimenti al Nord. Di Reggio Calabria, della nostra fabbrica e del suo futuro, ad oggi, il silenzio e nessuna certezza se non chiacchere e vaghe e improbabili promesse. I rappresentanti del Governo dovrebbero vestirsi tutti di sacchi di iuta e cospargersi la testa di cenere per aver perso un così importante settore industriale strategico per il Paese come quello ferroviario, e invece parlano della vendita come qualcosa di trionfale!!! Se è vero che Hitachi vuole investire a Reggio Calabria (ancora non lo abbiamo sentito da nessuna parte), non avrebbe motivo di opporsi a una minima quota azionaria per dar voce ai principali attori istituzionali della Calabria in caso di crisi aziendali, ulteriori dismissioni e vendite, o pericoli di livelli occupazionali futuri».