• De Sena, vicepresidente della Commissione antimafia: “In Calabria clima di paura. Qualcosa è cambiato a livello civile”
    28/08/2011 | Comunicato del sen. Luigi De Sena Commissione antimafia | Strill.it

    sen. luigi de sena, vicepresidente commissione antimafia

    ROMA – Preoccupa, e non poco, la continua escalation di attentati e intimidazioni che investe gli amministratori e i vari professionisti calabresi. Il clima di paura che si è creato, ormai da tempo, in Calabria e che riguarda tutti coloro che hanno intrapreso un percorso amministrativo e professionale all’insegna della legalità e della corretta amministrazione della cosa pubblica non è più tollerabile.
    Qualcosa è cambiato a livello civile, basti pensare alle diverse ed efficaci manifestazioni anti ndrangheta organizzate negli ultimi anni nella regione. Ma serve altro ed ulteriore impegno da parte di tutti: politici, istituzioni, pubblica amministrazione e cittadini.
    L’ impegno di magistratura e forze di polizia è ineccepibile: il braccio armato delle cosche viene continuamente colpito e depotenziato. Ma solo questo non basta.
    Il richiamo da parte di professionisti impegnati nella lotta al bene comune ed al crimine organizzato – non ultimo l’appello alla comunità locale lanciato di recente dal procuratore Pignatone su “Il sole 24” ore – ad una rivoluzione di cultura che risvegli la coscienza collettiva e la porti a compiere un’azione veramente incisiva contro la sottocultura mafiosa che opprime la Calabria è stato invocato, anche dal sottoscritto, in diverse occasioni.
    L’ impegno delle forze sane c’è e si vede. Intellettuali e docenti impegnati sul campo ce ne sono e grazie a loro possiamo anche usufruire di accurate analisi culturali e sociologiche, come quella pubblicata su un quotidiano locale qualche giorno fa dal ricercatore dell’Unical Ercole Giap Parini, che ha trattato con acuta precisione il rapporto fra donne e ndrangheta.
    In sede di Commissione Parlamentare Antimafia ho proposto una serie di misure e provvedimenti specifici per combattere il terrorismo criminale esercitato della mafia calabrese, la cui “direzione strategica” rimane sempre nel territorio d’origine.
    Il mio auspicio è che quanto proposto venga approvato ed attuato in tempi rapidi perché non è categoricamente accettabile che il tempo passi e tutto, o quasi, resti uguale.