• Cultura e dintorni. Biblioteca e Mediateca. Un bene lasciato “appassire”
    01/12/2014 | Angelo Siciliano | Il Garantista

    (Angelo Siciliano, Il Garantista ed. Reggio Calabria, 20/10/2014) PERCHÉ MAI  ci si dovrebbe interessare alle biblioteche comunali, via via più spente e abbandonate? Davvero la questione ha rilevanza di fronte ad assilli come la penuria di lavoro, le famiglie in apnea, i rifiuti, la sanità pubblica smobilitata? E in effetti quasi nessuno dice una parola su quelle immagini sbiadite che, ad esempio, sono diventate negli anni le biblioteche di Polistena e Cinquefrondi. Nemmeno uno sbuffo di contrarietà da parte di cittadini più o meno attivi, dirigenti scolastici, associazioni, politici, non parliamo degli amministratori. E anche se qualche indignato c’è, non se la sente di avanzare in solitaria col vessillo della cultura tradita.

     

    Nell’immaginario diffuso, converrà prenderne atto ancora una volta (ma senza rassegnarsi), le pratiche culturali sono bene superfluo. Che a Polistena, per dire, non meritano nemmeno un assessore a figura intera: c’è infatti solo la delega a “organizzazione spettacoli ed eventi musicali e culturali”. Chi allora dovrebbe occuparsi del dossier biblioteca, luogo semi-inaccessibile, saturo di cataste di volumi e di reperti di un museo civico per il quale non si è trovata ancora più degna collocazione? Una biblioteca ormai pochissimo frequentata, dove il personale ha spesso notevole difficoltà a trovare i libri richiesti. E inoltre: la giunta, il dirigente del settore, il consiglio comunale, sanno che il comitato di gestione della biblioteca si è riunito una sola volta dalla sua nomina a metà febbraio? E in che modo si è concretizzato l’apporto del sovrintendente? La vicenda della biblioteca polistenese si presenta pari pari come all’inizio dell’anno, quando un’accesa ma effimera polemica tra maggioranza e minoranze ha riportato a galla per un attimo le esigenze di quell’attività culturale.

     

    Così la mediateca di Cinquefrondi: da troppo tempo nessun amministratore si preoccupa di ridarle slancio. Il contrario. L’attuale esecutivo l’ha destinata a sede dell’ufficio del giudice di pace, prefigurando un ibrido giudiziario e culturale di cui è facile intuire quale sarà il lato ulteriormente indebolito. Per ora il trasferimento dell’attività giudiziaria nei locali della mediateca non è avvenuto, né è chiaro quando ci sarà. Ma in generale l’idea è che il luogo culturale sia stato lasciato appassire. Eppure, e si torna all’inizio, le biblioteche hanno un insostituibile valore sociale, educativo, aggregativo, di contrasto delle disuguaglianze. Vivono però nello sguardo presbite, che si cura del futuro.

     

    ** Per gentile concessione del gornalista Angelo Siciliano