• Costa Nicotera-San Ferdinando inquinata, 44ma denuncia del Comitato Spontaneo in dieci anni
    Elencate le cause. Turismo scomparso. Chiesta la rimozione di chi non ha operato per Legge
    31/07/2013 | Giacomo Saccomanno, comitato spontaneo per la tutela ambiente della costa tirrenica | Comunicato
    il tratto di costa tra nicotera e san ferdinando

    il tratto di costa tra nicotera e san ferdinando

    ROSARNO – Il Comitato Spontaneo di Cittadini per la Tutela dell’Ambiente e della Costa Tirrenica, nella persona del suo Presidente, avv. Giacomo Saccomanno, ha inviato il 44° esposto alle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Palmi e Vibo Valentia, alle Procure Generali presso le Corti di Appello di Reggio Calabria e Catanzaro, ai signori Prefetti delle Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, ai Sindaci dei Comuni di Rosarno, San Ferdinando, Gioia Tauro e Nicotera, all’Assessore Regionale all’Ambiente Catanzaro, e ai Ministri dell’Ambiente, della Giustizia, dell’Interno e dello Sviluppo Economico in Roma, per denunciare il gravissimo stato di degrado della costa tirrenica tra i Comuni di Nicotera e San Ferdinando, indicando, anche, le fonti di forte inquinamento: torrente Britto, mare antistante Nicotera Marina e foce fiume Mesima.

     

    Nel predetto atto di denuncia il Comitato evidenzia come la situazione non sia cambiata dopo 10 anni di battaglie e ben 44 esposti e segnalazioni e che le Istituzioni hanno dimostrato la loro completa incapacità nel non riuscire a gestire una situazione semplice e senza alcuna complicanza. In considerazione di ciò e per comprovare le “simulazioni” create dagli uffici per calmierare il malcontento dei cittadini e turisti è stata richiamata la relazione della Goletta Verde di Legambiente che proprio qualche giorno addietro ha indicato tali zone come “fortemente inquinate”.

     

    Si legge nell’esposto: “Dinanzi a tale gravissima ed immorale situazione, esistente da oltre 10 anni, nessuna Istituzione è intervenuta seriamente, limitandosi ognuno a scaricare le responsabilità sull’altro, e lasciando il problema ai poveri cittadini e turisti. Con la conseguenza che il Villaggio Valtur ha chiuso, con perdita di centinaia di posti di lavoro, con un indotto economico dissipato e con una fascia costiera completamente abbandonata (con pericolo di incendi e distruzione sia dell’ambiente che della rigogliosa e secolare pineta anch’essa totalmente abbandonata-).

     

    Nel contempo, il turismo a Nicotera Marina è totalmente scomparso, con esclusione di qualche conterraneo che torna per visitare i propri familiari. In sostanza, l’unica risorsa della zona è stata distrutta per non aver le Istituzioni assunto quelle responsabilità che il ruolo gli compete. Una gravissima perdita di immagine che oramai ha fatto perdere di autorevolezza e credibilità tutti coloro che avrebbero dovuto intervenire e che, invece, si sono -nella migliore della ipotesi- limitati a qualche riunione “calmante””.

     

    Nel contempo, è stato segnalato che una denuncia in relazione al corretto funzionamento del depuratore consortile della IAM è ferma da diverso tempo e non si conoscono gli esiti, pur se ripetutamente sollecitata. Nel contesto della segnalazioni è stata evidenziata la grave situazione sia sotto l’aspetto sanitario (non sembra che siano stati eseguiti controlli in tal senso), che in relazione alla gravi responsabilità delle autorità destinatarie dell’esposto, che, per incapacità o altro, hanno omesso di intervenire secondo gli elementari canoni di legge e nel rispetto della normativa vigente e, comunque, non hanno comunicato le risultanze della loro eventuale ed ipotetica azione.

     

    Il Comitato ha anche precisato:” E’ vero che siamo in Calabria ove il rispetto della legge è un optional e la criminalità fa quello che vuole. E’ vero che esistono sacche consistenti di reati rimasti impuniti e che la zona grigia riesce a farla spesso franca. E’ vero che le amministrazioni non funzionano e che spesso ai Prefetti interessa non la prevenzione, ma lo scioglimento, perché ha un valore mediatico, certamente, maggiore. E’ vero che i cittadini sono indifesi dinanzi ai soprusi della ‘ndrangheta ed alla inesistenza delle Istituzioni. E’ vero che spesso si evita di denunciare per paura o timore di ritorsioni, ma è anche vero che allorquando vi sono dei pazzi che si fidano dello Stato, questo non riesce a dare risposte, isolando chi, invece, agisce per gli interessi generali.

     

    Sta di fatto, comunque, che dinnanzi ad una situazione pacifica di inquinamento marino, ove le fonti sono facilmente individuabili, le Istituzioni sono risultate totalmente assenti o incapaci di risolvere i problemi, danneggiando fortemente un territorio già in difficoltà”. Una denuncia forte e diretta che ha messo in evidenza che, pur dinanzi ad un problema di semplice inquinamento marino, risulta molto strano che intere strutture dello Stato non riescano ad intervenire, quanto meno per accertare o ipotizzare le ragioni e le cause dell’inquinamento. E’ comprensibile che un povero Sindaco non sappia cosa fare. Ma non è accettabile e tollerabile che le Forze dell’Ordine, i Prefetti, le Procure della Repubbliche, le Procure Generali, i Ministeri non riescano a porre rimedio a tale disastro.

     

    In relazione a tale incredibile situazione ha chiesto espressamente: “Appare indispensabile che vengano eseguiti delle ispezioni presso gli indicati uffici per accertare se sono state assunte tutte le dovute iniziative di legge, se qualcosa è stato trascurato, se qualcuno ha omesso o coperto, se sono stati assunti tutti quei provvedimenti previsti dalla normativa, se vi è stata la dovuta attenzione ed il rispetto delle regole, se vi è stata qualche collusione. Non è credibile e possibile, infatti, che non vi sia stato nessun intervento o, comunque, che l’operato delle strutture statali non sia stato mai comunicato ai cittadini”. Il Comitato ha evidenziato, altresì, di non voler aggiungere altro, per evitare anche che quale altro proiettile venga speso in danno di chi sta solo portando avanti, unitamente ad un gruppo di coraggiosi cittadini, una battaglia di civiltà.

     

    Cittadini che dovrebbero essere premiati e che, invece, sembra siano stati -volutamente- isolati da quelle Istituzioni che chiedono collaborazione e che poi quando questa esiste si voltano dall’altra parte. Una situazione di palese indecenza morale e che indigna fortemente i cittadini onesti che chiedono solamente il rispetto delle regole e della legge, da parte di tutti e, principalmente, di chi gestisce le Istituzioni dello Stato. Siamo in Calabria, ma non è possibile che tutto sia marcio e che vi siano collusioni impensabili. In considerazione di ciò, sono stati denunciati: “i gravissimi ed inquietanti fatti sopra riassunti trattandosi di fattispecie che potrebbero rientrare anche nelle previsioni di cui alla Direttiva della Commissione Europea n. 2008/99/CE, oltre che del possibile “disastro ambientale marino” ed, ancora, alle ipotesi di cui al D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152” chiedendo: “espressamente, che tutti i destinatari della presente vogliano assumere i provvedimenti che gli competono “senza se e senza ma”, nell’esclusivo ed immortale rispetto delle leggi e della giustizia, evitando che si rafforzi irrimediabilmente la sfiducia dei cittadini e la non credibilità delle Istituzioni.

     

    Con sospensione e/o destituzione dei soggetti che non hanno eseguito i propri incarichi e le attività d’ufficio con diligenza e nel rispetto delle norme, sia amministrative che penali, tenendo ben conto che si tratta di fatti ripetuti nel tempo e di grave incidenza sulla opinione pubblica, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini”. Al fine di evitare che il tutto cada nel tenebroso ed inquietante silenzio il Comitato ha chiesto di essere prontamente informato degli atti ostensibili, della pendenza o meno di procedimenti amministrativi o penali (ex articolo 335 c.p.p.), delle attività ed iniziative svolte o che verranno assunte e quant’altro ritenuto necessario per dimostrare la inesistenza dei dubbi nascenti e conseguenti ai fatti evidenziati.