• Cinquefrondi. Rivive la “Ruga di l’Abati” per iniziativa delle famiglie residenti
    Una festa di quartiere in occasione del completamento di alcuni spontanei ed autofinanziati lavori di ristrutturazione
    15/09/2014 | Edicola di Pinuccio

     

    via esculapioCINQUEFRONDI – Sono le otto della sera di una giornata d’estate che volge al termine, si odono alcuni “botti di surfalora” ma le chiese sono chiuse. La curiosità ci spinge a chiedere in giro, appuriamo che in una parte del paese, a cavallo tra i rioni “Santa Maria” e “Burgu” è in corso una festa di quartiere e che i botti provengono proprio da quel luogo.

     

    ingresso largo esculapioPartiamo a piedi alla volta del posto indicato, percorriamo il corso Garibaldi ed imbocchiamo prima la via Cavour e subito dopo veniamo attirati dal brusio e dall’immancabile musica di organetto e tamburello proveniente dalla prima traversa sulla sinistra, la via Esculapio. Bandierine arredano trasversalmente la stretta strada e ci conducono  nell’omonimo larghetto, in pieno centro storico, all’incrocio con le vie Sirena e Palestro.

     

    fontana sirena totaleGiungiamo in quella che da sempre viene soprannominata “Ruga di l’Abati”. Il selciato risulta sconnesso e con diversi avvallamenti, ma le mura delle abitazioni trasudano storia, quella scritta nei passati decenni dalla gente poi “emigrata” in altre zone più moderne del paese o all’estero in cerca di lavoro. Molte le case chiuse ed abbandonate, ma parecchie anche quelle abitate e vive.

     

    icona particolareEd è proprio per iniziativa di trentatrè famiglie della zona che, da qualche tempo, si è sviluppata l’idea di procedere a recuperare il caratteristico larghetto un tempo cuore pulsante dei due quartieri. Sottoscrizione volontaria diffusa e via ai lavori di ristrutturazione. Una vecchia fontana in cemento deturpata nel tempo dai vandali diventa quindi una caratteristica piccola fonte rivestita con pietre e marmi. Sopra di essa un’icona accoglie la statua di San Francesco di Paola, acquistata direttamente nel paese del Santo al costo di centocinquanta euro.

     

    targa via sirenaMa la via era anonima per effetto dell’assenza di targhe toponomastiche, ed allora un altro sforzo. Marcello Roselli, già artigiano del marmo oggi appassionato di fotografia, si ricimenta nel suo mestiere e realizza una targa marmorea incisa che riporta non solo il nome della via ma anche il soprannome. Finalmente la “Ruga di l’Abati” trova certificazione muraria.

     

    largo totaleUn grande e lungo tavolo disposto a forma di “U” sullo slargo accoglie tutti i residenti ed i fortunati ospiti della serata, all’imbocco della via Sirena due fuochi servono rispettivamente il primo a friggere le zeppole, le patate e le melanzane, l’altro ospita una grande pentola che serve a cucinare dieci chili di pasta fresca filata a mano. Un buon bicchiere di vino accompagna le prelibatezze.

     

    via sirena zeppoleE’ stata un’iniziativa spontanea, ci spiega Alessandro Albanese, anche lui residente proprio sulla piazzetta, abbiamo deciso di dare un nuovo aspetto ed abbiamo iniziato da quello che stasera si può vedere. A piccoli passi e prevalentemente con interventi a titolo gratuito abbiamo recuperato la fontana e messo a dimora la targa. Il prossimo passo – continua Albanese – potrebbe essere il posizionamento di panchine e l’acquisto in forma collettiva  tramite sottoscrizione di un immobile di circa quaranta metri quadri disabitato ed in vendita. Questo immobile, che si affaccia proprio sul largo, potrebbe essere demolito per dare respiro ala zona. Intanto si pensa a continuare nell’opera di sistemazione riparando i dislivelli del selciato.

     

    Abbiamo raccontato un eccellente esempio di civica sensibilità e di attenzione verso il bene comune. Un esempio che si spera possa essere emulato in altre zone ed altri quartieri altrettanto belli e caratteristici come quello che stasera abbiamo visitato e che vi invitiamo a visitare. Lasciamo il posto non prima di aver assaggiato le bontà preparate magistralmente ed offerte dalle donne del quartiere.

     

    Mentre le Istituzioni, obbligate in tal senso dal governo centrale e  tra tante difficoltà, sono chiamate a quadrare i conti di bilancio chiamando alla compartecipazione i proprietari di immobili (anche e soprattutto le prime case), i cittadini, pronti a versare l’ennesima tassa, la TASI per la manutenzione delle strade, si rimboccano le maniche dopo aver attinto ai propri portafogli e ridanno dignità a pezzi di territorio.

     

    L’esempio di volontariato di stasera segue ad altri, piccoli e grandi, noti e meno noti, che ogni giorno tanti cittadini mettono in atto senza rumore e nella convinzione che ciò che accade fuori dall’uscio di casa propria non è sempre e comunque un qualcosa che riguarda gli altri e per il quale si attende sempre che qualcun’altro intervenga. Gesti semplici e periodici, quali la pulizia di un pezzo di strada o di marciapiede, la pulizia di una fontana pubblica, lo svuotamento di un cestino pieno di rifiuti, costa nulla e da tanto alla comunità. Vivere in un paese più ordinato e pulito dipende anche e soprattutto da noi stessi, dai nostri gesti quotidiani che spesso non risultano in linea con ciò che rivendichiamo ma non facciamo nulla per contribuire a realizzarlo.

     

    Parcheggiare un’automobile in modo selvaggio pur di essere ad un metro dalla destinazione finale dove rimanere per ore impedendo ad altri di usufruire anche per un solo minuto dello stesso spazio  per andare a fare la spesa, godersi il fumo di una sigaretta e poi abbandonare la cicca in modo indiscriminato per terra oltre che l’intero pacchetto vuoto quando le stesse finiscono, leggere le offerte di un volantino pubblicitario depositato davanti i portoni delle case e poi riabbandonarlo in balìa del vento, sono solo alcuni dei comportamenti diventati oramai automatici per tante persone.

     

    Provate a fermarvi qualche ora in un angolo frequentato del paese e vi renderete conto di come il gesto dell’abbandono della cicca di sigaretta esaurita sia il comportamento più diffuso tra gli amanti del fumo. Ciò che resta sul selciato stradale non importa, e non importa nemmeno fare due, tre o quattro passi per cercare un posto dove depositare un ”rifiuto” che altri dovranno rimuovere. Una, dieci, cento cicche in meno sulle strade, una. dieci, cento automobili parcheggiate in modo meno “invadente” contribuiscono a rendere più vivibile la comunità nella quale abbiamo scelto di stare.

     

    Nella speranza di aver lanciato un messaggio e che anche una sola persona, leggendo queste poche righe possa domani mutare i propri comportamenti attaccato da un ”virus civico” che per una volta non deve essere combattuto ma “infettato”