CINQUEFRONDI – C’era una volta, ma per fortuna c’è ancora, Piazza della Repubblica, il punto nodale del ritrovo e della socialità della polis cinquefrondese. L’agorà nostrana, Il posto per eccellenza ove si scambiano battute, opinioni o dove ci si intrattiene in discorsi più o meno seri sulla vita e sull’attualità. E’ pur vero che nel corso del tempo tante sono state le modifiche al costrutto originario, che dal forse polveroso ed asciutto battuto si è ritrovato lastricato sino al bitumato, ma che comunque a ciascuno per il suo tempo ha inciso nel vissuto almeno un ricordo od un’impressione. La piazza dei comizi, delle feste, dei dibattiti, delle rivolte ma anche degli incontri e degli appuntamenti e qualche volta anche degli adii. Cinquefrondi non vanta purtroppo molte piazze, ed anche quelle che ci sono spesso si rivelano insufficienti per capienza ad ospitare le diverse manifestazioni di richiamo organizzate che con un’altra più ampia superficie accoglierebbero e farebbero partecipare di certo molta più gente o permetterebbero di vivere più eventi nella migliore godibilità. Ebbene a poco tempo di distanza dall’ultimo più o meno perdurante intervento di “riqualificazione”, la nostra piazza si presenta ora con un’ulteriore nuova faccia. Ma se il restyling aveva lo scopo del ritorno all’antico con sanpietrini e panchette a giro, senza il caratteristico “monumento” e con uno spruzzo di verde a condimento, forse qualche dubbio nei cittadini questo lifting l’ha lasciato. A ben osservare, la piazza appare meno profonda, meno capiente e poco green, con il tracciato stradale sicuramente più scorrevole per le auto ma più asettica rispetto al passato. L’aggiunta poi, di quei fari posti sotto le panchine non avrà molto giovato. La sera oltre che illuminare gli astanti, per uno strano effetto, si spera non voluto, essi praticamente abbagliano letteralmente automobilisti e pedoni che transitano a scendere dal corso Garibaldi puntandoli forzosamente agli occhi, quale esempio di un moderno e ben dissimulato check point… Evviva la modernità certo, ma con uno sforzo progettuale ulteriore si potevano ancor meglio contemperare le esigenze di passeggio della gente, delle famiglie con bambini e degli anziani unitamente al traffico veicolare che, a salire quanto a scendere, utilizza inevitabilmente la bretella interna di corso Garibaldi. Lungi da noi qui il voler valutare la tecnica progettuale; crediamo però doverosi, da cittadini quali committenti finali, i commenti sul prodotto finito che piaccia o non piaccia, rimane un bene a disposizione dell’intera comunità rappresentando uno dei biglietti da visita del vero volto della città.