• Aggredito il magistrato Musarò. La solidarietà del sindacato di polizia Spir
    08/11/2012 | Luca Boccia, segretario provinciale Spir | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – “Lo stato puo permettersi di scappare, io no”. Questo è cio che confidava il commissario di Ps Luigi Calabresi poco prima di incontrare la morte per mano dei terroristi quaranta anni fa e questo molto probabilmente é ciò che sta riecheggiando nella testa del dottor Giovanni Musarò in queste ore dopo l’episodio di proporzioni inaudite che lo ha visto protagonista. Perché il dottor Musarò, pubblico ministero da anni in prima fila nella lotta alla ndrangheta, è parte dello Stato, é dentro di esso, ne rappresenta una forma di potere, è lo Stato. E ieri lo Stato nelle stanze grigie e silenziose di un carcere ha subito un attacco violento e fisico, sicuramente premeditato.

     

    Aggredito nel carcere di Viterbo dove si trovava per un interrogatorio richiesto dal detenuto Domenico Gallico dell’omonimo clan di Palmi, condannato a sette ergastoli ed attualmente rihciuso nel carcere laziale in regime di 41 bis, il dottor Musarò ha vissuto sulla propria pelle tutta la veemenza e la tracotanza di un attacco frontale alle istituzioni concretizzatosi nell’accanimento fisico contro un suo rappresentante, riportando la frattura del setto nasale a seguito di un pugno sferratogli in pieno volto dal boss calabrese. Con lui feriti anche altri due agenti della Polizia penitenziaria intervenuti per bloccare l’aggressione, di cui uno ha riportato una frattura a un braccio.

     

    Una pesante intimidazione a chi quotidianamente combatte sul campo la criminalità organizzata, a chi per una vota intera ha profuso le proprie energie nella battaglia per la legalitâ, ma soprattutto la conferma che la mafia laddove non riesce a colpire lo Stato nelle ssue istituzioni lo fa colpendo con codardia le sue fondamenta, cioe le persone che lo compongono, più vulnerabili e facilmente sopprimibili, nell’intento di ostacolare e condizionare il lavoro di chi fa gli interessi della collettività. Lo Spir di Reggio Calabria, nella persona del suo segretario generale provinciale, Emilio Musacchio, esprime tutta la propria solidarità al dottor Giovanni Musarò e agli agenti della Polizia penitenziaria coinvolti nell’”aggressione”, e soprattutto sostiene tutti coloro che si espongono in prima persona, non chinando il capo bensi sfidando con la propria onestà col proprio lavoro quotidiano ed il proprio sacrificio, ogni forma di prevaricazione sociale.

     

    Non ci interessa diramare comunicati o pubblicare articoli di commemorazione quando tutti sono fertili di buone parole. Non ci interessa far commemorare in maniera ipocrita persone di spessore, quali Falcone, Borsellino, Boris Giuliano o altri. Quello per cui lottiamo ogni giorno, noi rappresentanti delle forze dell’ordine e non, è di garantire un migliore futuro ai nostro figli, nella speranza che chiunque combatta la mafia, ogni giorno, meticolosamente, riesca a scardinare una nuova porta verso la libertà dalle mafie e contribuire a portare avanti questa battaglia per liberare il nostro paese dai tentacoli delle organizzazioni criminali, con tutti i mezz legali a disposizione, rammentando il nostro duplice impegno come poliziotti e come voce sindacale di una componente sociale ben delineata quale quella della Polizia di Stato.