ROMA – Personalmente ritengo che l’Aeroporto dello Stretto meriti una ulteriore e attenta valutazione da parte dei massimi vertici Enac. A dichiararlo Nino Foti, politico calabrese nella direzione nazionale Pdl e già componente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati nella scorsa legislatura. Senza dubbio – prosegue Foti – l’attuale crisi Alitalia, partner privilegiato e principale vettore operante presso lo scalo appare come un fantasma che aleggia sul futuro di questa importante infrastruttura aeroportuale. Speriamo in una soluzione positiva, nel frattempo però si pensi ad aiutare la società di gestione per fare andare avanti un aeroporto qual è appunto il Tito Minniti di Reggio Calabria. Sono tutti argomenti – sottolinea Foti che vanno presi in debita considerazione e che, peraltro, ho avuto modo di ribadire direttamente proprio al Presidente Vito Riggio, nella giornata di ieri.
Naturalmente non posso che rinnovare tutta la mia personale stima nei confronti del Presidente Riggio che, ne sono certo, saprà condurre con abilità ed esperienza un Ente cui è affidato dallo Stato il compito di disciplinare, vigilare e controllare l’intero sistema del trasporto aereo italiano e plaudo, pertanto, alla sua nomina confermata dal voto favorevole delle Commissioni competenti di Camera e Senato. Sicuramente – prosegue Nino Foti – il parziale accoglimento da parte di Enac delle deduzioni contenute nello studio presentato da Sogas, in ordine alla mitigazione delle prescrizioni afferenti le cosiddette limitazioni ground è già una notizia di per sé. Adesso però occorre capire se esiste una altra possibile via di uscita anche per quanto afferisce i limiti relativi all’adattamento dei piloti e quindi alla classificazione del Tito Minniti quale aeroporto di fascia B in materia di abilitazioni aeroportuali. A breve, per come da intese raggiunte con il diretto interessato, sarà mia cura incontrare sul punto il Presidente Enac Vito Riggio e lo farò insieme al Presidente Raffa, azionista di maggioranza Sogas SpA, e con il Presidente Porcino cui è affidata la guida della Società di Gestione. In conclusione, sono certo che molti ricorderanno le battaglie condotte dal sottoscritto nel corso del tempo in favore dell’Aeroporto dello Stretto, che è un patrimonio di tutti e che va tutelato e difeso ad oltranza senza dubbio al di là di qualsiasi colore politico e mettendo in campo ogni possibile sinergia interistituzionale.
Spesse volte ci siamo ritrovati a discutere in ordine alla posizione dominante che l’ex compagnia di bandiera assume da tempi immemori presso lo scalo, rimarrebbe oggi ancora aperta la questione afferente l’auto produzione diretta dei servizi di handling a terra unico assurdo caso ed esempio di questo tipo rimasto in Italia. Tradotto in termini semplici – sintetizza Foti – nelle casse della Sogas ogni giorno non entra come potrebbe almeno il 90% dei potenziali ricavi peraltro indispensabili e necessari per garantire un equilibrio economico funzionale alla corretta gestione dello scalo. Se tale situazione venisse normalizzata probabilmente non ci sarebbe nemmeno bisogno di incentivare fortemente nuove compagnie, fatta salva l’apertura di nuove rotte realmente capaci di generare nuovi flussi turistici incoming e, quindi, maggiore ricchezza al comparto turistico e benefiche ricadute positive in termini di indotto socio economico. Sul punto non vorrei dilungarmi nel rispetto delle note e attualissime traversie che in questi giorni riguardano Alitalia e che fanno gravemente preoccupare migliaia di lavoratori in ordine al loro futuro occupazionale oltre che, com’è ovvio anche tutti noi che siamo e rimarremo sempre tra quanti sono “amici dell’Aeroporto dello Stretto”.