• Rischio idrogeologico, il Commissario straordinario all’ex ministro Barca: “Non sono stato dimissionato”
    30/04/2013 | Commissario straordinario mitigazione rischio idrogeologico | Comunicato

    CATANZARO – Con grande sorpresa ho appreso dall’intervista di Aldo Cazzullo all’ ex ministro Fabrizio Barca pubblicata il 29 aprile u.s. sul Corriere della Sera, pag. 15, di essere stato rimosso dal mio incarico di “ Commissario straordinario per l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico previsti nell’Ap del 25 novembre 2010” per “non aver prevenuto l’esondazione del Crati…”. Non avendo ricevuto alcuna comunicazione in proposito, tengo a fare alcune precisazioni. L’esondazione del Crati e le conseguenze derivate soprattutto per il sito archeologico di Sibari trovano origine e responsabilità, non nell’operato del mio Ufficio, ma nella mancata messa in sicurezza degli argini che si era resa necessaria fin dal dicembre 2008, quando le acque del fiume strariparono allagando la contrada Lattughelle, appena prossima al sito archeologico . La riprova è nell’ Opcm n. 3741 del 18 gennaio 2009 ( all. 1 – n. 76) che stanziò 1 milione e 500mila euro con la finalità di intervenire “per il ripristino della officiosità idraulica del fiume Crati e dei suoi affluenti” . Risorse messe a disposizione, ma mai utilizzate! e il riscontro di quanto sostengo è pubblicato in diversi articoli di stampa apparsi sulle testate locali fra il 2010 e il 2011.

     

    Valga per tutti quello di Gazzetta del Sud del 30 settembre 2011 (pag. 43) firmato da Gianpaolo Iacobini dal titolo “Il Crati e il Coscile minacciano la Piana” dove si legge: ….“ La Provincia ( titolare delle competenze sul punto) prende tempo. Quindi, informalmente, fa sapere di non avere fondi per i rimedi del caso. Ci sarebbero invece ( 1 milione e mezzo di euro) stanziati dalla Regione per la messa in sicurezza del grande fiume, ma a fine anno l’amministrazione provinciale decide di investirli per il ripristino dell’officiosità idraulica di un tratto del Crati che è a monte della foce e per la quale ( foce) non resta dunque neppure un centesimo, se non il problema di sempre, ovvero il pericolo di un collasso strutturale dei muraglioni con conseguente allagamento delle aree circostanti”. Fin qui Gazzetta del sud, facile Cassandra di un disastro annunciato e tristemente noto alla popolazione interessata.

     

    A tutela del mio operato tengo anche ad illustrare il metodo adottato nell’ambito del mio incarico che ho svolto stipulando, con tutte le 5 province calabresi, una convenzione con la quale venivano fissate le procedure d’intervento. Per mia diretta conoscenza posso quindi affermare che avendo stipulato nel luglio 2011 la convenzione con la Provincia di Cosenza, nell’attenzionare gli organi preposti sulle priorità che avrebbero potuto segnalarmi per ottenere la opportuna precedenza, non mi venne indicata come tale quella del fiume Crati, bensì quella del fiume Trionto, i cui lavori sono stati peraltro già appaltati.

     

    Altresì contesto decisamente i ritardi e le inefficienze che l’ex ministro, annunciando la mia rimozione dall’incarico, vorrebbe imputare a me e al mio Ufficio , perché, se di ritardi si tratta, essi sono riconducibili sia all’esigua entità delle risorse via via disponibili nelle casse commissariali, nonché alle carenze normative , sempre sotto il profilo dei finanziamenti, che non hanno reso possibile, fino al febbraio del 2013, di impegnare le risorse stanziate con la delibera Cipe n. 8 del gennaio 2012 e pubblicata in G.U. soltanto nel maggio successivo.