• “#PIANA – Il Territorio si racconta”. Presentato ieri sera durante le Corti Aperte di Polistena il progetto video di Salvatore Tigani e Giuseppe Tigani VIDEO
    Prodotto da Iride - Soluzioni Multimediali, il progetto diventerà presto un lungometraggio
    30/07/2015 | Comunicato | Iride Produzioni

    È stato presentato in anteprima ieri sera, nella splendida cornice delle Corti Aperte 2015 di Polistena, #PIANA: un progetto video scritto e diretto da Giuseppe Tigani e Salvatore Tigani, e prodotto dall’agenzia di comunicazione e produzione IRIDE – SOLUZIONI MULTIMEDIALI.

    Un’ampia anteprima proiettata ieri sera all’interno di Palazzo Calcaterra, un teaser trailer composto da 12 minuti di scene di quello che, nelle parole dei due registi, punta a diventare “un lungometraggio, il racconto di un territorio – la Piana di Gioia Tauro – attraverso frammenti di quotidianità e istantanee di bellezza paesaggistica”. Un film dai mille protagonisti, incontrati e registrati nelle loro giornate tipo: voci soliste e cori di un unico concerto di bellezza che da Cinquefrondi a Sant’Elia, da Polistena alla Limina restituiscono allo spettatore la familiarità di una terra troppo poco valorizzata eppure così ricca di meraviglia.

    Il progetto #PIANA è stato accolto positivamente dai visitatori delle Corti Polistenesi, che ne hanno apprezzato la freschezza del racconto, la fotografia gentile e il montaggio creativo arricchito dalla splendida malinconia delle poesie e delle musiche di Raffaele Zurzolo. Poeta, scrittore e musicista polistenese celebre per le sue liriche oltre che per la mirabile impresa di aver tradotto in vernacolo calabrese la Divina Commedia dantesca, il professore Zurzolo è stato il primo sostenitore dell’iniziativa #PIANA, per la quale ha messo a disposizione alcuni bellissimi sonetti e composto ed eseguito personalmente gran parte della colonna sonora.

    Forti anche gli applausi in sala, soprattutto quando, tra la folla, è comparso uno degli “attori” del film, la signora Rosa Varamo, storica venditrice nei mercati pianigiani, il cui volto allegro e dolcissimo è stato scelto dai registi di Iride per la locandina dell’evento.

    Un progetto ambizioso, dunque, quello di raccontare un territorio in maniera silenziosa, non interattiva, ma iniziato e portato avanti con l’amore sincero di un gruppo di artisti verso la propria terra, una gioia e una forza di volontà che hanno trovato subito eco nella popolazione, attrice essa stessa prima che spettatrice.

    I registi in forza a Iride promettono di portare avanti il proprio viaggio delicato nella Piana, alla ricerca – e alla scoperta – dei mille tesori a cielo aperto di questo territorio.

    COPERTINA PIANA 3

    A seguire, un abstract dalla presentazione dell’anteprima.

    “Come si racconta un territorio? Ce lo siamo chiesti a lungo. Forse con una poesia? Scrivendo una canzone? Girando un film! Ma ogni opera, anche la più eccezionale, quanto può contenere dell’oggetto descritto? Sarà sempre una sintesi, un dettaglio, un omaggio. Perché l’autore è un passante che punta un dito verso la luna e se ne avete voglia andrete a prendervela.

    Potevamo raccontarvi una storia, scegliendola tra le tante, seguendo un eroe nel suo attraversamento esistenziale, ma non avremmo fatto un buon servizio. Abbiamo preferito, invece, far danzare sullo schermo mille schegge sparse, piccoli momenti rubati alla vostra stessa quotidianità.
    Un tramonto, uno scambio di intenti, un sonetto in vernacolo calabrese e un carbonaio.
    E, se dopo il primo giro di giostra, avrete voglia di farne un altro e un altro ancora, noterete l’omissione della parola “fine” nei titoli di coda. Poiché il racconto di un territorio non può che sopravvivere al narratore, continuando, come si dice in linguaggio musicale, ad libitum.
    Ciò che stiamo preparando, perciò, è solo l’inizio, il prologo essenziale di un progetto che potrebbe prenderci la mano e accompagnarci (e accompagnarvi) per lungo tempo.
    Come si dice, infatti, in ogni viaggio non contano la meta né l’arrivo, quanto piuttosto il viaggio stesso.
    Allora accomodatevi – è l’invito – e vediamo che succede”.
    – Salvatore Tigani e Giuseppe Tigani