REGGIO CALABRIA – Il rapporto SVIMEZ, diffuso nei giorni scorsi, racconta di un’economia del Mezzogiorno in continuo arretramento. Una tendenza che, complice la crisi economica che si protrae da oltre sette anni, rischia di diventare irreversibile. La provincia di Reggio Calabria, di anno in anno, è agli ultimi posti nelle classifiche nazionali relative alla qualità della vita, al reddito pro capite, all’occupazione, ai servizi. Si respira un’aria di rassegnazione, specie fra i giovani, che non lascia ben sperare sulla tenuta sociale di un territorio che si dibatte tra vane promesse di cambiamento, reale caduta della qualità della vita e progressiva dissoluzione di ogni scudo sociale. Il territorio della provincia, nonostante le risorse naturali e ambientali, la storia, le emergenze culturali e antropologiche, non riesce a mettere a frutto le sue potenzialità e a captare importanti flussi turistici.
C’è un diffuso stato di abbandono, dal mare alla montagna, che è in netto contrasto con l’esigenza di offrire ai visitatori un territorio accogliente, ricco di opportunità e tipicità. In questo contesto, appare strategico l’operato dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte che, anno dopo anno, passo dopo passo, con il coinvolgimento degli attori locali, nonostante criticità ancora irrisolte, sta dotando la nostra montagna delle infrastrutture, fisiche e culturali, indispensabili per potere intraprendere un virtuoso cammino di sviluppo economico e sociale.
I Centri Visita, la sentieristica che presto andrà a regime, le pubblicazioni scientifiche e non, la tutela della flora e della fauna, la reintroduzione del capriolo, la valorizzazione delle produzioni tipiche, la riscoperta delle tradizioni, l’educazione ambientale, sono chiari segnali in questa direzione. Da ultimo, ma non meno importante, l’istallazione delle tabelle informative, nella zona di riserva integrale (zona A) del Parco, contenenti prescrizioni, consigli e divieti. La tabellazione, che nulla aggiunge alle prescrizioni e divieti operanti dal momento della costituzione del Parco e della successiva zonizzazione, non è il segnale di una “blindatura” delle aree più pregiate del Parco, ma lo strumento, offerto ai visitatori, per una fruizione responsabile delle risorse naturali e ambientali. Gli escursionisti, gli appassionati e i turisti, che hanno rivitalizzato l’economia di montagna nelle aree che per tempo si sono attrezzate e hanno saputo tutelare le loro risorse naturali, apprezzeranno sicuramente questo tipo d’informazione che, pur prevista da norme legislative, arricchisce e rende più comprensibile la lettura del territorio.