PALMI – Più di trent’anni fa, rileva Francesco Forgione nel suo “Porto Franco”, un sindaco di Palmi dichiarava essere noto che i commercianti del paese fossero taglieggiati ma non che si fossero rilevati palesi interessi mafiosi. Chiudeva ipocritamente gli occhi di fronte ad una realtà devastata e devastante, ignorando, o nella migliore delle ipotesi minimizzando, il fenomeno mafioso che già allora ammorbava l’aria della Città. Anche quelle pavide dichiarazioni hanno contribuito alla crescita nel tessuto sociale ed economico di una cultura paramafiosa e della mala pianta della ‘ndrangheta. Oggi, dopo le denunce – quali ne siano i motivi – di alcuni commercianti e imprenditori nei confronti dello strapotere mafioso che impone il pizzo, arrivano segnali importanti per il restringimento degli spazi occupati dalla ‘ndrangheta. Di fronte a questo scenario il silenzio dell’Amministrazione comunale, degli uomini politici – salva qualche lodevole eccezione – dei partiti, della Chiesa locale, della cosiddetta società civile in tutte le sue articolazioni è sconcertante e segnala il livello infimo di consapevolezza nel contrasto alla ‘ndrangheta alimentata e consolidata da quella borghesia criminale che dice di essere estranea ma poi si scopre che è parte integrante perché incarna il livello più alto e presentabile. Siamo consapevoli che per sconfiggere la ‘ndrangheta non basta l’azione repressiva da parte della magistratura, ma serva una rigenerazione della politica che guardi a un diverso rapporto tra cittadini e istituzioni, a una diversa cura del territorio, alla tutela degli imprenditori che creano occupazione nel rispetto dei diritti dei lavoratori, all’investimento in cultura ed istruzione. Serve una Chiesa locale che si liberi dei collusi e dei silenti, non servono quei burocrati di Dio, come li chiamava padre Balducci che non stanno né con la mafia né con l’antimafia, né con lo Stato né con l’antistato, ma servono interpreti capaci di testimoniare il Vangelo come don Puglisi, don Diana, don Ciotti, don Panizza, don De Masi e l’ex vescovo di Locri Bregantini. Serve quella società responsabile che non cerca “la strada più breve, più comoda per guadagnarsi la vita portando a casa il pane sporco per sfamare i propri figli” come dice papa Francesco. Ribellarsi contro la ‘ndrangheta è giusto, per questo il Circolo Armino è al fianco dei commercianti e degli imprenditori che hanno trovato o che troveranno la forza di dire basta alle vessazioni del potere mafioso e fa appello a tutti coloro che condividono i valori di libertà, eguaglianza, fraternità, giustizia perché facciano sentire la propria convinta solidarietà.
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Palmi, il circolo Armino si schiera a fianco di commercianti e imprenditoriPer sconfiggere la ‘ndrangheta non basta l’azione repressiva, ma serve una rigenerazione della politica14/11/2013 | Circolo Armino Palmi | Comunicato