• Presentato a Cittanova “Onora la madre”, di Angela Iantosca Video
    Intervista all'autrice
    29/05/2013 | Salvatore Tigani | Edicola di Pinuccio

    CITTANOVA – Madri, sorelle, figlie, amanti, spose, donne in carriera, di campagna o di città, donne al potere in tempo di guerra, donne sparite nel nulla, donne usuraie, postine, cassiere, spacciatrici, donne strateghe: sono solo alcuni dei ritratti tracciati da Angela Iantosca nel suo viaggio alla scoperta della faccia più nascosta della ndrangheta, la dimensione femminile, e del ruolo delle sacerdotesse dell’onore e della tradizione.

     

    “Onora la madre”, opera prima della giovane e appassionata giornalista romana, è una ricognizione sul ruolo della donna nella ndrangheta dai primi del Novecento fino a oggi, attraverso i documenti, il racconto dei riti e della fede, i processi, le testimonianze degli storici e della gente comune. Una mole di materiale che permette all’autrice di tracciare un quadro sociologico preciso e di affermare che la donna, inizialmente coinvolta nei processi e condannata al massimo per favoreggiamento, successivamente scomparsa dagli atti giudiziari, e recentemente tornata nelle analisi di sociologi e magistrati, “da sempre, è asse portante della ‘ndrangheta perché nei decenni, nascosta all’ombra delle case, è lei che ha nutrito, tramandato, gestito una delle più potenti organizzazioni criminali del mondo”.

     

    Il volume, edito da Rubbettino e presentato domenica scorsa nella biblioteca comunale di Cittanova, ha il merito di restituire al lettore il ritratto di una donna dal potere enorme, non più o non solo semplice vittima ma protagonista attiva della vita dell’organizzazione, che a volte si pente e collabora con la giustizia, rivelando importanti segreti e mettendo in pericolo la tenuta di interi clan, e altre volte rivendica con orgoglio la propria appartenenza. Una donna nata e cresciuta nella cultura mafiosa che non conosce alternative e crede, come Teresa, a cui è dedicato il libro, di non avere sogni o che, “non importa, tanto ormai ho 17 anni”…