• Satira. La guerra dei mondi e il satellite Goce (mai) caduto su Cinquefrondi
    12/11/2013 | Salvatore Tigani | Edicola di Pinuccio

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    ALLE OTTO IN PUNTO della sera di domenica 30 ottobre 1938, la rete radiofonica statunitense Cbs trasmetteva in diretta La Guerra dei Mondi, un radiodramma tratto dal romanzo omonimo di H.G. Wells e diretto da un giovanissimo Orson Welles. Attraverso il registro realistico dei notiziari radiofonici, e una schiera di personaggi ben costruiti per apportare credibilità agli eventi narrati (dallo scienziato all’ammiraglio della marina, con i quali il finto conduttore del falso gr si collegava durante tutta la diretta), la trasmissione divenne l’esempio più eclatante del “potere dei media di falsificare la realtà”. Infatti, nonostante il dramma fosse preceduto dal consueto concerto per pianoforte di Ciaikovskij (sigla del “Mercury Theatre on air”, contenitore in cui ogni settimana veniva ospitato un radiodramma diverso) e presentato dall’introduzione dello stesso Orson Welles, quasi un americano su tre, in quella notte di Halloween, credette davvero che gli alieni fossero sbarcati sulla Terra e stessero invadendo l’America (mettendosi in macchina e intasando le autostrade nel tentativo di lasciare il Paese).

     

    Qualcosa di simile, ovviamente su scala assai ridotta, è accaduta nella giornata di ieri con il più modesto articolo satirico a firma di Pino l’Astuto (alter ego goliardico del sottoscritto). Sollecitato da una mole incredibile di discussioni on line sulla paventata caduta del satellite Goce in terra calabra (e favorito da una applicazione per smartphone che, sfruttando l’oscilloscopio e l’alta definizione, permette di inserire un elemento tridimensionale all’interno di uno scenario reale), ho voluto provare a sdrammatizzare la vicenda scrivendo un piccolo pezzo di facile satira sull’argomento, all’interno della rubrica dedicata dell’Edicola di Pinuccio. Nel pezzo (e nel video) si raccontava la caduta di un enorme satellite sulla piazza cittadina, davanti al negozio di abbigliamento di Raffaele Larosa e di fronte proprio alla Chiesa Matrice. Il tono dell’articolo, così come il contenuto del video, era forzatamente ironico e immaginava l’improbabile reazione al catastrofico evento da parte di cittadini, politici e forze dell’ordine, offrendo qualche dettaglio più o meno coerente ma gravando la mano sugli aspetti più surreali.

     

    Così come il radiodramma di Welles, l’articolo comparso ieri su queste pagine offriva al lettore indicazioni precise sulla natura dello scherzo: nel titolo campava a caratteri cubitali la scritta “LA SATIRA DELL’EDP” (poi sostituita con la parola “satira” in rosso) e, nella sezione dei credits, era ben evidenziata la categoria “SATIRA” accanto al nome dell’articolista. Infine, il video (così come l’articolo) presentava dettagli grossolani ed evidentemente impossibili, uno tra tutti il passaggio distaccato di un automobilista a pochi centimetri dal relitto spaziale. Tuttavia, seppur con una media enormemente minore rispetto all’americano su tre della vicenda della Guerra dei Mondi, qualcuno ha creduto alla bufala. Speriamo sinceramente, però, senza spaventarsene.

     

    satellite cinquefrondi

    A seguito del più grande evento mediatico prima dell’11 settembre 2001, uno psicologo brillante come Albert Hadley Cantril analizzò le miriadi di lettere pervenute alla radio statunitense successivamente alla notte di Halloween e, anche grazie a una indagine a tappeto svolta attraverso il metodo statistico dell’intervista, offrì il primo studio scientifico approfondito della cosiddetta “psicologia dell’ascolto”. Le cui conclusioni, scomponendo attentamente anche il programma radiofonico, furono tante e fondanti per le successive scienze della comunicazione di massa.

     

    Cantril infatti concludeva, dopo mesi di indagini, che le cause per cui era stato possibile che milioni di americani credessero all’invasione dei marziani potevano riassumersi attraverso pochi punti:
    - “La natura della fiducia del pubblico nel mezzo radiofonico in sé. La Guerra dei mondi fu trasmessa in un periodo in cui la radio aveva sostituito i giornali come fonte primaria di informazione”.
    - “Il grado di instabilità politica del tempo”.
    - “Il contesto d’ascolto: molti si sintonizzarono tardi o per ‘contagio’, invitati da conoscenti al telefono a connettersi alla radio, fomentandosi a vicenda”.
    - “Il profilo psicologico e sociale del pubblico: Cantril ha riscontrato personalità di ascoltatori molto più propensi di altri a credere senza riserve, ascoltatori incapaci di fare uso di senso critico. In particolare, la mancanza di senso critico è stata riscontrata, nelle interviste fatte da Cantril, soprattutto in ascoltatori con un minore grado di alfabetizzazione e limitato consumo culturale”.
    - “L’alto grado di realismo della trasmissione. ‘Non sembrava un radiodramma’, riferì uno degli ascoltatori al sociologo americano”. [fonte: Tiziano Bonini, Doppiozero]

     

    È lapalissiana e gigantesca la differenza tra la vicenda de “La guerra dei mondi” e quella de “Il satellile Goce si schianta su Cinquefrondi”, ma possiamo rintracciare comunque alcune importanti analogie.
    - Anche molti dei nostri lettori si sono “sintonizzati per contagio”, invitati da conoscenti e amici attraverso rapidi messaggi di chat o sms.
    - Pur trovandoci all’interno di una particolare congiuntura storica di crisi e incertezza, la nostra quotidianità è assai diversa da quella degli americani del tempo, minacciati da guerre imminenti e sconvolgimenti politici internazionali. Tuttavia è indubbio, oggi, che molte persone siano state in leggero stato di ansia riguardo alle sorti del satellite “cadente”: telegiornali e testate giornalistiche hanno nei giorni scorsi creato un allarmismo “strisciante”, sfociato in molti casi in una preoccupazione di fondo per l’incolumità propria e dei propri cari. C’è insomma chi, nei giorni scorsi, ha temuto sinceramente la caduta di qualche detrito nei nostri comuni, così che, collegandosi (spontaneamente o a seguito di un sollecito) al sito dell’Edicola ha inconsciamente bypassato le informazioni sul tono dell’articolo, rimanendo psicologicamente cieco all’etichetta SATIRA e inconsapevolmente insensibile all’ironia. È qualcosa che sperimentiamo quotidianamente, similmente a quando abbiamo gli occhiali sulla testa e li cerchiamo ovunque: chi è preoccupato per qualcosa dà per scontati molti dettagli, impiegando le proprie energie consce e inconsce per concentrarsi nell’ideazione di una strategia risolutiva e mancando così di controllare ciò che è dato per ovvio (provare a cercare gli occhiali sulla testa, per esempio, quando l’ansia suggerisce: “li ho persi”).

     

    orson web- Per quanto riguarda l’evento su scala decisamente maggiore della “Guerra dei mondi”, Cantril ammette che l’analfabetismo (all’epoca ancora diffusissimo) aveva favorito la mancanza di una abilità critica minima per discernere realtà e finzione drammatica. Soprattutto però il limitato “consumo mediatico” (nel caso specifico radiofonico) di alcuni aveva facilitato l’equivoco: chi non era abituato allo stile e ai registri radiofonici, non aveva metri di paragone per capire la natura del radiodramma; non avendo mai fruito un dramma radiofonico, un americano su tre non ne riconobbe gli stilemi nell’opera di Welles. Così come oggi, chi non passa molto tempo su Internet e nei social network non ha molta famigliarità con il genere di finzione iperrealistica a cui le nuove tecnologie ci hanno abituato: solo su Facebook, girano ogni giorno decine di “scherzi” di questo tipo, con fotomontaggi più o meno credibili e fan-fiction (racconti di finzione ispirati a “fatti” di attualità, a VIP o a personaggi di film e telefilm famosi, scritti dagli appassionati) costruite più o meno ad arte. L’alfabetizzazione tecnologica ha infatti permesso a molti di capire sin dai primi fotogrammi del nostro video la natura dello “scherzo”, mentre i pochi che, non avendo abitudini internettiane, si sono ritrovati davanti a qualcosa di “nuovo” non hanno avuto alcun metro di paragone con cui giudicare la bufala.

     


    In conclusione
    , possiamo dire che l’esperimento (involontario!) è riuscito e che il tema del Digital divide (la distanza tra chi ha familiarità con i mezzi digitale e chi no) è ancora attuale e influenza moltissimo la nostra società. Inoltre, nonostante i pochi lettori che ci hanno creduto, molti di voi ci hanno scritto per dimostrarci il loro apprezzamento nei confronti dello “scherzo”. Lo dimostrano altresì i tanti commenti ricevuti qui e sulle nostre fanpage di Facebook. Il server che ospita il nostro sito è stato costretto a lavorare, nella giornata di ieri e per tutta la notte, al 700% del carico sostenibile, a riprova che davvero moltissima gente ci ha fatto visita nelle ultime 24 ore. Alcuni di quelli che si erano inizialmente preoccupati, infine, ci hanno scritto nei commenti che “passato lo spavento, ci siamo fatti delle grasse risate”.

     

    Ci siamo divertiti, dunque, ma soprattutto abbiamo “interagito”: lo scopo principale di ogni associazione culturale che si rispetti, d’altronde, non è forse quello di “favorire l’aggregazione”? Ebbene, su queste pagine e nelle sezioni facebookiane dell’Edp, ieri abbiamo fatto proprio questo: chiacchierato, scherzato, approfittato dell’alta frequentazione per mandare saluti e abbracci ai parenti e agli amici di tutto il mondo; abbiamo riso e, appunto, ci siamo divertiti.

     

    Buon divertimento a tutti, allora, e continuate a seguire le altre nostre (tante e ovviamente più serie) iniziative con lo stesso affetto e la stessa vicinanza con cui ogni giorno ci sostenete.