• Grande Sud: “Inconcepibile la richiesta di dimissioni dell’assessore Arena”
    15/08/2013 | Giacomo Saccomanno, coordinatore regionale Grande Sud | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – La sinistra all’improvviso sembra essersi svegliata dal suo torpore ultratriennale, chiedendo le dimissioni dell’assessore regionale Demetrio Arena per la nota sentenza, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, sulla presunta incandidabilità per le prossime elezioni. Ci chiediamo e chiediamo agli accusatori di quale reato è accusato “l’incandidabile” e le ragioni giuridiche delle chieste dimissioni. Non si comprende su quali basi e ragioni di diritto la sinistra si è scatenata contro l’assessore regionale Arena, che ha sempre svolto la sua attività politica con professionalità e correttezza. Quando si avranno motivazioni valide e comprensibili si potrà aprire un serio dialogo costruttivo sui fatti e non, certamente, sulla persona che merita la solidarietà e la comprensione di tutti, avendo dedicato una parte della sua vita per cercare di contribuire alla crescita del territorio. Grande Sud ritiene che prima si attuano le regole certe, poi si trova un arbitro concretamente terzo ed infine si fanno scendere i giocatori in campo. In Italia, ormai da oltre 10 anni, si assiste allo stravolgimento delle regole durante la partita, con, a volte, il “cambiamento” dell’arbitro naturale, durante la competizione! Una inconcepibile situazione che porta solo confusione ed impedisce una corretta attività amministrativa e politica. Ed, allora, con molta serenità forse sarebbe bene riscrivere le regole, renderle chiare e certe, e poi applicarle severamente. Oggi questo non esiste e, quindi, appare, sicuramente, inopportuno attaccare chi ha sempre agito nella massima trasparenza e serietà. Quando un Giudice terzo avrà accertato che l’assessore regionale Demetrio Arena ha commesso un reato o fatti gravi, sarà, certamente, lui stesso a rassegnare le dimissioni, senza che nessuno lo chieda. Oggi, però, questo non può avvenire non essendoci elementi di tal natura ed essendo stato lo stesso giudicato, con sentenza di primo grado, senza alcun vero e fondamentale corretto contraddittorio.