CINQUEFRONDI. Ora è ufficiale. La firma digitale del sindaco sulla pratica del progetto presentato in Regione per il SCN manca davvero. A certificarlo ufficialmente, l’associazione incaricata, la Zenit di Nicotera, che con un’apposita lettera di scuse ha reso noto – nero su bianco – riconoscendo, in primis all’amministrazione comunale, l’errore che ha causato l’esclusione del progetto “La legalità comincia dai giovani”. Una storia che – a seconda dei punti di vista – potrebbe apparire lunga e tortuosa o breve ma comunque travagliata quella del bando per il SCN che, esplosa dopo la denunzia di Rinascita, ha avuto non pochi strascichi e ripercussioni politiche che hanno a cascata prodotto uno sversamento continuo di botte e risposta, tra pubblici comunicati e corrispondenti smentite, tra la stessa minoranza guidata da Conia e Loria, votati all’attacco da una parte, e per la maggioranza il sindaco Cascarano ed assessore Scappatura arroccati, dall’altra. Quindi, l’epilogo.
Con una missiva datata 20 gennaio – dunque, quasi ad una settimana dalla deflagrazione della polemica – la stessa associazione incaricata, per mezzo del suo presidente, divulga la verità ultima: “L’associazione Zenit – viene scritto – ha profuso il massimo impegno nella redazione del suddetto progetto e nell’espletamento delle procedure burocratico-amministrative, previste dal nuovo Prontuario per la redazione dei progetti di Servizio Civile Nazionale; tali procedure però, richiedono innumerevoli adempimenti, anche di carattere informatico, durante il cui espletamento si può incorrere in errore, soprattutto perché il lasso temporale è molto ridotto. Purtroppo – ed è questo il succo della motivazione – durante la fase di presentazione del progetto, i collaboratori dell’associazione Zenit non si sono accorti della mancanza di un importante elemento – così viene definita senza citarla direttamente, la mancanza della firma digitale del legale rappresentante dell’ente proponente, vale a dire del sindaco Cascarano – nella documentazione trasmessa attraverso il sistema informatico del Servizio Civile, comportando con ciò l’esclusione del progetto dalla fase di valutazione”.
Una piena ed ampia “confessione liberatoria” sottoscritta con la forma dei chiarimenti convenzionali da parte dell’associazione delegata con tanto di accettazione di ogni addebito per cercare di sgombrare l’ombra dubbiosa della negligenza stanziatasi come una cappa irremovibile, in questi ultimi giorni, sul sindaco e la sua maggioranza, ma anche il riconoscimento finale di un dato quasi incontrovertibile, quello sentenziato cioè dalla stessa Regione nella pubblicazione-notifica delle motivazioni dell’esclusione del progetto cinquefrondese, già di per sé difficilmente sconfessabile diversamente. Oltre a quelle politiche, restano sul terreno le macerie di un progetto andato in fumo per un nonnulla assieme alle speranze infrante – chiaramente, per l’anno ed il bando in corso – di tanti giovani cinquefrondesi di poter fare un po’ d’esperienza in volontariato di pubblica utilità e qualche soldino che – superato l’inane dualismo vincitori/sconfitti della infelice diatriba paesana di cui sopra – avrebbe, di questi tempi meglio che in altri, più utilmente giovato anche alle tasche e non solo al morale.
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