• Zavettieri replica a Scopelliti: “Tolga la trave dal suo occhio”
    07/12/2011 | On. Saverio Zavettieri | Strill.it

    on. saverio zavettieri

    REGGIO CALABRIA – “Non posso non replicare ad alcune affermazioni del tutto gratuite e mendaci formulate dal Presidente della Regione Calabria nel corso di un intervento nella sua Reggio Calabria in occasione di un dibattito sulla zona grigia e la capacità di infiltrazione della ndrangheta che, come riportato dagli organi di stampa, chiamano incautamente in causa il sottoscritto ed il partito dei Socialisti Uniti che ho l’onore di rappresentare indicandolo quale “ricettacolo” di candidati in odore di santità. Si può comprendere lo stato confusionale in cui versa il nostro Presidente a seguito dei gravi infortuni giudiziari che hanno interessato esponenti di primo piano del suo partito e delle sue liste ma ciò non giustifica il tentativo maldestro di individuare altrove le responsabilità. E’ appena il caso di rammentargli, da cattolico praticante quel’è, il passo del vangelo di Luca che recita «Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

     

    “Non risulta pertanto vero e fondato che i Socialisti Uniti abbiamo sottoscritto alcun codice etico, avendo espresso sullo stesso sin dalle origini – come i fatti hanno poi dimostrato – riserve fondate e motivante sul valore di quel codice senza appellarsi ad un presunto garantismo di comodo e di facciata che viene da taluni sbandierato, ma ribadendo con forza e coerenza che un codice etico non avrebbe dovuto regolamentare situazioni giuridiche già di per sé disciplinate dalla legge – che di suo prescrive il divieto di candidatura ai condannati in primo grado per reati di mafia – ma piuttosto disciplinare circostanze che possono generare fenomeni di corruzione e di commistione, come candidati con interessi diretti e non sempre leciti nel mondo della sanità, dell’energia alternativa, del credito, della formazione, del turismo, ect… dalle spiccate doti camaleontiche che sanno ben mimetizzarsi nelle istituzioni”. “Un codice, la cui presunta applicazione, lo ribadisco, ha generato situazioni di ipocrisia, opportunismo e doppiopesismo che inquinano non poco la vita politica e democratica del Paese secondo il teorema, rivelatosi nel corso di questi mesi ahimè fondato, che la legge “si applica per gli avversari e si interpreta con gli amici” dove chi risulta sprovvisto di strumenti economici, finanziari e mediatici, delle entrature e delle coperture necessarie, anche giudiziarie – assicurategli magari in cambio l’elargizione di consulenze, incarichi e prebende varie – rimane esposto alla mercé di populisti e mistificatori di vocazione. “L’affermazione poi secondo cui il sottoscritto si sarebbe impegnato a non candidare il Signorelli nelle propria lista oltre ad essere palesemente falsa conferma l’adagio popolare secondo cui “il buon menzognero deve possedere buona memoria”.

     

    Basta infatti rileggere le cronache dei quotidiani locali del giorno successivo alla presentazione delle liste regionali per ritrovarvi la pubblicazione pressoché integrale della lettera con la quale il sottoscritto ha inteso informare della discussa candidatura in questione gli allora vertici nazionali del PDL (Bondi, Verdini e Larussa) unitamente a quelli regionali nella persona del suo Coordinatore allegandovi una memoria sulla posizione giudiziaria del Signorelli. Il tutto, assumendosi la piena, completa e personale responsabilità della candidatura in questione ed annunciando che, in caso di condanna dello stesso, oltre alle mie immediati dimissioni dalla carica politica da me ricoperta, avrei provveduto ad autodenunciarmi alla Magistratura per concorso esterno in associazione mafiosa. Un gesto che, mi sia consentito con modestia, posso permettermi per avere le carte in regola essendo uscito pulito dal ciclone tangentopoli reggino e per fortuna, anche dall’attentato di matrice politico-mafiosa cui sono stato fatto segno perché personaggio sgradito e di impedimento agli interessi di quegli stessi ambienti. Un attentato vero e non come quelli finti compiuti verso il Comune di Reggio”. Sulla posizione di Signorelli è bene inoltre precisare che il provvedimento di scioglimento dello Consiglio comunale di Amantea di cui lo stesso faceva parte è stato – pochi mesi dopo la tornata elettorale regionale – invalidato con sentenza di reintegro del Consiglio di Stato n°3462/2010 del 1 giugno 2010 in cui l’organo giurisdizionale competente mette in evidenza come “… in definitiva, non risulta comprovata una continuità e contiguità dell’attuale consiglio comunale” e con specifico riferimento al Signorelli recita che: “non risulta comprovato se e in che misura l’assessore Signorelli possa essere stato l’anello di collegamento o condizionamento mafioso nei confronti dell’intero Consiglio comunale. “Il sottoscritto, non ha inteso per questi e tanti altri motivi sottoscrivere ed accettare un “Codice” in contrasto con i suoi convincimenti politici ed in contrasto con la Costituzione, le garanzie ed i diritti basilari dell’uomo e del cittadino, assumendosi la piena responsabilità della candidatura di un giovane che reputa innocente e vittima, individuando nel caso Signorelli, per altro non eletto, una candidatura di lotta politica e disobbedienza civile.

     

    La lista regionale dei “Socialisti Uniti – P.S.I.” al pari di ogni altra lista in cui il sottoscritto si è impegnato è stata sempre formata da donne e uomini liberi ed onesti, che non hanno avuto nulla in cambio se non soddisfazione politica nel partecipare alla crescita civile, sociale e culturale della propria terra a differenza di come sono state composte ad esempio talune liste regionali o per le recenti elezioni del Comune di Reggio Calabria i cui comportamenti potrebbero essere oggetto di attenzione per la violazione non di presunti codici etici, ma del codice penale. Ma noi, preferiamo restare nel campo della politica e svolgere il nostro ruolo di forza libera ed autonoma lasciando il compito di indagine e giudizio alla Magistratura nel cui lavoro riponiamo, non acriticamente, ampia fiducia.

     

    On. Saverio Zavettieri