CINQUEFRONDI – Esperienza unica, forse irripetibile: per qualche giorno ci siamo “sentiti” degli archeologi invece che semplici studenti del Liceo delle Scienze Sociali “G.Rechichi” di Polistena. Tutto è iniziato il 25 novembre scorso quando ci siamo recati, insieme alla professoressa Rosanna Giovinazzo, agli scavi archeologici in Contrada Mafalda e al Monastero di San Filippo a Cinquefrondi. La prima sosta è stata agli scavi archeologici dove abbiamo conosciuto archeologi, studenti e cittadini appassionati, provenienti sia dalla stessa Cinquefrondi che da altri paesi. Il responsabile dei lavori di scavo, l’archeologo Francesco Cuteri, si è dimostrato molto disponibile per fornirci delle spiegazioni riguardanti quel “vero e proprio tesoro” che è stato trovato e per farci capire che, anche sotto gli ulivi e la terra coltivata, c’è un mondo di storia e archeologia, importante da conoscere per la nostra formazione e per il nostro futuro. Si tratta di un edificio termale di una villa romana di età imperiale. Tutto interessante ma, in particolare, ci ha incuriosito, la scoperta di una pavimentazione di cocciopesto al di sotto della quale stava per affiorare un ricco mosaico. L’atmosfera che si era creata e l’interesse per quello che vedevamo e di cui ci veniva data ampia spiegazione, ha spinto alcuni di noi a chiedere al Dott. Cuteri se potevamo dare il nostro piccolo contributo partecipando ai lavori di scavo. Per fortuna, la risposta è stata sì. E così da lunedì scorso, a gruppi di cinque, abbiamo iniziato questa bellissima esperienza, non capita infatti tutti i giorni fare cose di questo genere; con l’aiuto degli archeologi lì presenti che ci hanno spiegato tutto nei minimi dettagli e con le lezioni quasi ossessive della nostra professoressa, ci sentiamo ancora più consapevoli delle risorse della nostra terra, risorse che, purtroppo, non vengono valorizzate nel giusto modo. Se queste sono le premesse, si spera che il lavoro di ricerca non si fermi al 3 dicembre, ma che continui per scoprire altre bellezze della nostra terra e che successivamente venga creato un itinerario storico-turistico, che porti anche uno sviluppo economico e sociale al nostro territorio. Noi abbiamo dato il nostro “aiuto” perché siamo legati alla nostra terra e ci teniamo a scoprire cose nuove, che magari si trovano ad un palmo dal nostro naso! Sfortunatamente non tutti sono legati alla propria storia, alle proprie origini, ma se già noi giovani iniziamo a dare questi piccoli contributi e a credere nella “potenza” del sapere e della cultura in genere, il nostro futuro migliorerà sicuramente. Ci auguriamo che anche altri giovani, proprio come abbiamo fatto noi, si interessino alla storia e alle ricchezze del nostro territorio. Noi ci ricorderemo sicuramente di questi giorni trascorsi con in mano degli attrezzi anche strani, che abbiamo utilizzato per togliere il terriccio da quelle pietre millenarie e da innumerevoli cocci, che magari appartenevano a qualche anfora o a qualche altro oggetto in uso millenni fa. E ci ricorderemo anche del senso di soddisfazione che abbiamo provato tutti i giorni nel viaggio (a piedi) di ritorno verso casa. Ci sentiamo più ricchi e forse…da grandi…faremo gli archeologi. Un grazie grande grande al dott. Cuteri ed a tutti, archeologi, studenti, volontari, che ci hanno accolto con cordialità, regalandoci queste bellissime giornate.