• Stato di agitazione per i poliziotti del Siap. Dal 19 marzo presidi davanti a prefetture e questura
    16/03/2012 | Raffaele Serrano', Siap Calabria | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – “Anche le pecorelle s’incazzano”, ma nonostante la particolare fase politico-economica in atto che apre una calda stagione di tensioni sociali, migliaia di “pecorelle” in uniforme, anche se incazzate, continueranno a garantire la salvaguardia delle istituzioni democratiche e della sicurezza dei cittadini. I poliziotti hanno tutte le ragioni per marcare, per l’ennesima volta, la loro profonda delusione: l’innalzamento dell’età pensionabile e la mancanza di un riconoscimento della specificità del comparto sicurezza rappresentano i momenti più acuti di questa mortificazione.Nel primo caso si è mosso un ulteriore passo verso la fossa per la Polizia, ormai costretta a fare i conti con un’età media degli operatori innalzatasi vertiginosamente negli ultimi dieci anni. Nel secondo, il mancato riconoscimento della specificità del comparto sicurezza, che prenda consapevolezza della diversità di compiti, funzioni e rischi che distinguono il poliziotto dall’impiegato e che non si esplichi solo attraverso la limitazione di diritti come quello di sciopero, aumenta la sproporzione tra diritti e doveri in favore di questi ultimi. In un momento dove parole come economia e produttività bombardano i media ad ogni ora del giorno e della notte, è indispensabile sottolineare che gli uomini e le donne della Polizia producono sicurezza: tuttavia, se l’impianto industriale non è all’altezza e la materia prima non è di qualità, è inevitabile che il “prodotto sicurezza” risulterà scadente. Ciò è proprio quello che si sta verificando: non riconoscere quanto sia diverso e specifico il lavoro delle forze dell’ordine ed elevare l’età media degli operatori, significa creare indubbie ripercussioni sull’operatività del servizio, il tutto in danno della sicurezza dei cittadini. Il sindacato di Polizia S.I.A.P., che ha proclamato lo stato di agitazione, parteciperà attivamente a partire dal prossimo 19 marzo alle azioni di protesta con presidi davanti alle prefetture e alle questure al fine di sensibilizzare il governo dei tecnici e dei professori ad una profonda riflessione sulla condizione in cui versano le forze dell’ordine e sul rischio di implosione di tutto il “sistema sicurezza”. E’ giunto anche per le “pecorelle” il momento di far sentire la propria voce e rivendicare con forza i propri diritti, calpestati in favore del tecnicismo e dell’economia.