CINQUEFRONDI – Tempi duri per le amministrazioni comunali, tempi in cui diminuiscono progressivamente i trasferimenti statali e i bilanci degli enti sono sempre più magri e difficili da quadrare. Finito il tempo dei documenti stilati sulla base di presunte entrate e di altre fonti di finanziamento non sempre attendibili, oggi gli amministratori degli enti locali si trovano a doversi relazionare in maniera costante con un organo, la Corte dei Conti che non fa più sconti a nessuno.
Sono frequentissime le richieste che pervengono agli enti locali dal massimo organo di controllo contabile, la Corte analizza i consuntivi ed i bilanci di previsione tenendo attenzionato l’equilibrio tra presunte entrate ed uscite previste. Particolare attenzione negli ultimi anni è stata rivolta al riaccertamento dei residui. In molti casi infatti i bilanci venivano predisposti sulla base di presunte entrate la cui esigibilità era quantomeno in dubbio per la vetustà delle stesse. Ed allora ecco una serie di interventi richiesti nel tempo quali la svalutazione dei residui ed il riaccertamento.
C’è da dire che nei bilanci, i vari capitoli di entrata vengono alimentati quasi totalmente dalla fiscalità locale generale, i capitoli in uscita relativi ai servizi quali quello idrico-fognario-depurativo e quello di raccolta dei rifiuti vanno interamente finanziati da pari entrate a carico degli utenti. Questo per spiegare che, nel momento in cui un utente non paga l’acqua o il servizio di raccolta dei rifiuti, automaticamente crea un buco che porterà ad un deficit di bilancio.Da qualche anno a questa parte l’introduzione della nuova Tasi ha imposto ai comuni di scegliere alcuni capitoli da finanziare direttamente con prelievo sugli utenti. La tassa sui servizi indivisibili può, a seconda dei casi servire al comune per pagare la pubblica illuminazione, la manutenzione stradale, la vigilanza o qualsiasi altro campo stabilito dalle amministrazioni. Questi solo alcuni esempi.
la Corte dei Conti entra quindi nel merito delle cifre ed il Governo centrale, da parte sua, sta spostando progressivamente il carico fiscale locale direttamente sui cittadini residenti. Insomma, le casse degli enti e dei comuni in particolare non sono più un pozzo senza fondo. Il fondo è nettamente individuato e non si può sforare a pena di responsabilità politiche, tecniche e contabili per danno erariale.
In questo quadro oggi si trovano ad operare gli amministratori ed i funzionari rispettivamente per competenze di indirizzo politico e di gestione. In questo quadro le amministrazioni e gli apparati tecnico-burocratici devono attivarsi in maniera seria per tenere sotto controllo i flussi finanziari in entrata ed intervenire in modo deciso e con gli strumenti a disposizione per recuperare le somme dovute e non versate dai contribuenti-utenti.
Ma esistono anche altri sistemi di reperimento di somme da utilizzare in bilancio. E’ proprio in questo senso che la nuova amministrazione di Cinquefrondi, in questi giorni, ha fatto affiggere sui muri della città un manifesto nel quale si appella alla sensibilità dei contribuenti. Il sistema è in vigore da tempo, il contribuente che volesse farlo può destinare il 5 per mille dell’irpef pagata allo stato in favore del proprio comune di residenza. A lanciare l’appello con firma congiunta è la nuova componente di giunta delegata al ramo delle politiche sociali, la giovanissima Roberta Manfrida, insieme al primo cittadino Michele Conia.
Con una semplice “spunta” nell’apposito campo sul modello 730 o sull’Unico il cittadino contribuente del comune di Cinquefrondi potrà destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) al proprio comune che potrà utilizzare le somme ricevute, una volta trasferite dallo stato centrale, per il “Sostegno delle attività sociali svolte”. Una grande opportunità per tutti per dimostrare in concreto il senso di appartenenza e di attaccamento alla propria comunità.