• Nuovo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, Tripodi (Pdci): “Concreto il rischio di una nuova incompiuta”
    29/10/2012 | Ivan Tripodi, segretario cittadino Pdci RC | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – Vi è, ormai, la drammatica e concreta possibilità che il nuovo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria si trasformi in un’ennesima incompiuta caratterizzata da un cantiere abbandonato e senza alcuna prospettiva futura. La precisa denuncia del segretario della Filca-Cisl, Nino Botta, è la triste conferma del reale rischio, da noi più volte evidenziato, della definitiva chiusura del cantiere in questione. La Bentini spa, azienda appaltatrice dell’importante opera, è letteralmente sull’orlo del fallimento: da qualche giorno, infatti, ha richiesto di essere ammessa al concordato preventivo che, come noto, è un istituto giuridico finalizzato, nei fatti, a proporre ai creditori un consistente abbattimento dell’importo dei crediti vantati che, però, ove non fosse accettato, può portare direttamente al fallimento dell’azienda che, di conseguenza, significa la fine traumatica dei lavori del nuovo Tribunale.

     

    La Bentini si trova in questa situazione poiché vanta dal Comune di Reggio Calabria un credito di circa 7 milioni di euro. Il rischio incompiuta è serio e attualissimo in quanto, accanto all’enorme debito accumulato dal Comune, si devono aggiungere i circa 5 milioni di euro che mancano per la definitiva conclusione dell’opera che, ad oggi, è giunta all’incirca all’80% della sua realizzazione totale. La cronistoria relativa alla costruzione del Nuovo Palazzo di Giustizia consegna una situazione di progressive e sempre maggiori difficoltà che trae origine fin dal lontano 2007; pertanto, la precisa ed esclusiva responsabilità relativa al concreto rischio che la città possa perdere il Nuovo Palazzo di Giustizia è da addebitare alle amministrazioni comunali che si sono susseguite nell’ultimo quinquennio, vale a dire le giunte degli ex sindaci Scopelliti, Raffa e Arena. Contestualmente, però, è alquanto strano e fortemente discutibile il comportamento della Bentini che, nonostante la pesante crisi pregressa, con un incredibile tempismo, si è improvvisamente risvegliata e si è ricordata dell’enorme credito vantato nei confronti del Comune di Reggio Calabria neanche una settimana dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per contiguità mafiose.

     

    Un risveglio che, coniugato al fiume di decreti ingiuntivi notificati a Palazzo San Giorgio da una pletora di creditori, rappresenta una strana coincidenza finalizzata, a nostro avviso, a rendere assolutamente impervio il lavoro della Commissione Straordinaria che da qualche giorno guida il Comune di Reggio Calabria. Inoltre, si deve ricordare che i lavoratori della Bentini, disperati e abbandonati dalle Istituzioni, sono in sciopero da oltre tre settimane e che gli stessi non percepiscono gli stipendi da almeno quattro mesi. Insomma, una situazione drammatica che colpisce all’incirca 32 operai e 6 impiegati della Bentini, ai quali si devono aggiungere oltre 40 lavoratori dell’indotto. Siamo di fronte ad una indegna macelleria sociale provocata unicamente dalla vergognosa gestione amministrativa del Comune di Reggio Calabria nell’ultimo decennio. Pertanto, esprimiamo profonda vicinanza alla sacrosanta lotta dei lavoratori e delle OO.SS. che stanno denunciando questo enorme dramma sociale.

     

    In tal senso, auspichiamo che l’attento e puntuale prefetto di Reggio Calabria, dr. Vittorio Piscitelli, investito formalmente della questione, possa rapidamente aprire un dossier per dare risposte concrete sia ai lavoratori e ai sindacati che ai reggini affinchè il Nuovo Palazzo di Giustizia non si trasformi in una tragica incompiuta e in un desolante cantiere abbandonato.