REGGIO CALABRIA – In primo luogo – così esordisce il consigliere provinciale Demetrio Cara – è giusto chiedersi: ma perché i Gemellaggi? Perché sono lo strumento migliore che favorisce la conoscenza di aspetti della Calabria che troppo spesso rimangono offuscati e nascosti. Si tratta di una buona pratica che mette insieme diverse città europee e, nel caso della nostra terra, consente di evidenziare le tante qualità dei nostri prodotti, la bellezza dei nostri mari e delle nostre montagne nonché tutta l’esclusività della nostra cultura dell’accoglienza che è tipica del carattere del popolo calabrese. I Gemellaggi Europei attualmente in atto in Italia interessano quasi tremiladuecento Comuni. Tra questi solo cinquantuno sono in Calabria. Questo è il dato di partenza da cui muove la sua analisi il Presidente della I Commissione Consiliare Permanente Demetrio Cara di fronte alla platea dei 57 sindaci presenti giunti a Palazzo Foti sin dalle prime ore del mattino di una intensa giornata. Una giornata certamente arricchita anche dalla contemporanea presenza in riva allo Stretto dei Presidenti dei Consigli Provinciali delle future città metropolitane d’Italia. Questi ultimi, infatti, nelle pause dei loro lavori, hanno piacevolmente inteso prendere brevemente parte pure ai lavori dell’incontro sui Gemellaggi promosso appunto dal Consigliere Cara in qualità di componente della consulta nazionale AICCRE competente in materia in compagnia del Presidente del Consiglio Provinciale Antonio Eroi e del Segretario Generale Aggiunto Emilio Verrengia Proprio quest’ultimo ha quindi annunciato che già dopo l’Estate in Calabria verrà finalmente costituita la Consulta Regionale per i Gemellaggi Europei che sarà quindi presieduta proprio dal Consigliere Provinciale Demetrio Cara.
Un ruolo sicuramente prestigioso ma soprattutto importante – sottolinea il Consigliere Provinciale Demetrio Cara – basti pensare alla necessaria attività di supporto che la Consulta Regionale per i Gemellaggi Europei vorrà fornire in occasione delle tre date di pubblicazione dei prossimi bandi europei sui gemellaggi previste anche quest’anno per i mesi di Febbraio, Giugno e Settembre. Si tratta di risorse che la Comunità Europea mette a disposizione di quei Comuni interessati ad avviare delle pratiche di gemellaggio con altre città europee. È dallo scambio delle diverse esperienze, dalla conoscenza di altri modelli organizzativi o amministrativi, dal confronto e dal confronto con le best practice di altre città europee ed italiane che può maturare una maggiore consapevolezza nei nostri sindaci del valore di questi progetti. La sede centrale di AICCRE – prosegue Cara – offrirà tramite la prossima Consulta Regionale per i Gemellaggi un attento screening delle opportunità e dei bandi aperti ed in scadenza informando puntualmente i Comuni. Verrà inoltre fornito ampio supporto tecnico al fine di consentire agli Enti interessati la corretta compilazione delle candidature e delle domande nonché per prendere i primi contatti con le città europee con le quali si intenda iniziare una pratica di Gemellaggio. Sempre tra i compiti della Consulta Regionale AICCRE per i Gemellaggi Europei ci sarà quello di incentivare i Comuni a dare vita ai Comitati di associazioni e cittadini destinati a partecipare lo scambio di esperienze tra le città europee interessate di volta in volta. I nostri tanti piccoli comuni – conclude Cara – hanno bisogno di aprirsi all’Europa e di assumere una dimensione nuova riuscendo a promuovere una immagine positiva e sana. Soprattutto adesso che, almeno per quanto riguarda la Provincia di Reggio Calabria, si va verso la costituzione della Città Metropolitana. Certamente il periodo non è dei più facili per approcciarci in questo genere di modifiche istituzionali che necessiterebbero di un maggiore tempo di maturazione nella coscienza collettiva delle popolazioni amministrate. Ma diciamoci la verità, tutta questa fretta di agire per decreto senza tenere conto dell’effettiva volontà popolare da dove nasce? Semplicemente da esigenze contabili di un Governo di Tecnici. Per carità ben venga la Città Metropolitana rappresenta sicuramente una opportunità per il futuro di tutti però ritengo che una piccola riflessione su concetti come partecipazione democratica e volontà popolare prima o poi dovrà pure essere fatta. Per questo motivo mi sono permesso di sollevare un quesito che ritengo sia quanto mai pregnate, soprattutto oggi che altre due Comuni nel reggino si aggiungono alla lunga schiera di amministrazioni poste sub iudice dalla prefettura o dalla commissione antimafia. Prima di essere tacciato come “nemico della città” o altri simili epiteti lo chiarisco subito: ritengo l’eventuale commissariamento del Comune di Reggio Calabria il male peggiore capace di paralizzare tutto quanto oggi rappresenta l’ultimo flebile soffio di ossigeno che sta al momento facendo respirare le poche imprese supersititi e tutti il resto dei cittadini. Una paralisi da scongiurare. Ciò premesso però non si può fare finta di niente poiché nel reggino, in Calabria e più in generale nel Paese la supremazia della volontà popolare pare essere destinata a sostituirsi dal forte vento dell’antipolitica con la pretesa di pochi, pochissimi di voler decidere per molti, per la maggior parte della popolazione. Il ricorso così frequente all’istituto del commissariamento prefettizio dei Comuni rischia di allontanare definitivamente i cittadini dalla politica, ma quel che più è peggio rischia di veder mortificato il sacrosanto diritto che ognuno di noi ha di poter partecipare alla vita pubblica.
Quando c’è un Sindaco, degli Assessori e dei Consiglieri tutto questo è sicuramente possibile. Altra cosa è quando a governare l’Ente è uno o una terna di Commissari prefettizi che ovviamente agiscono nell’assoluto rispetto delle leggi e sono lì per compiere il loro dovere senza lo spirito di iniziativa, la discrezionalità di base e la necessità di dare risposte ai propri elettori che invece (piaccia o non piaccia) caratterizza l’agire della politica. Se pensiamo quindi alla costituzione della Città Metropolitana appare chiaro che la situazione diverrebbe un po’ complicata se le previsioni del decreto emanato dal Governo Monti dovessero rimanere immutate e se, nel contempo, dovesse malauguratamente verificarsi il commissariamento del comune capoluogo deputato a guidare la fase di transizione. A quel punto, lo ripeto, a chi spetterebbe il governo della futura città metropolitana, forse ad un commissario messo lì da qualcuno e non votato dalla popolazione dei 97 comuni amministrati? Forse, quando si vuol parlare di Città Metropolitana è giunto il tempo di far riflettere un po’ la gente anche su questi aspetti. Forse, speriamo di no, un giorno, in assenza di una legittimazione popolare a suffragio universale, ogni futuro cittadino metropolitano rischierà di veder sacrificato sull’altare della ragion di stato economica il proprio diritto a scegliere chi lo deve amministrare e rappresentare in seno ad ogni assise democratica