• “L’articolo 18 non si tocca e non si modifica”. Il Pdci reggino contro la riforma Monti del mercato del lavoro
    27/03/2012 | I. Tripodi, segr. Pdci RC | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – L’indecente e vergognoso tentativo di cancellare l’articolo 18 evidenzia la chiara matrice ultra-liberista del governo Monti. Un governo, sedicente tecnico, caratterizzato dall’assoluta mancanza della benché minima legittimazione popolare che sta letteralmente massacrando la società italiana. Una vera e propria macelleria sociale portata avanti con stucchevole ed enorme arroganza da Monti e dal ministro Fornero. Prima l’indecente pseudo-riforma delle pensioni e adesso la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: nel breve volgere di qualche mese il governo Monti sta tentando di annullare le principali conquiste del mondo del lavoro, ottenute dopo durissime battaglie politico-sociali e lunghissime lotte sindacali. Un vero e proprio disegno, per molti versi anti-costituzionale, che punta alla distruzione del caposaldo della Costituzione Repubblicana che all’art. 1 riconosce la centralità, assolutamente inemendabile, del mondo del lavoro. Pertanto, il maldestro disegno che punta a cancellare l’articolo 18, monetizzando la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, è assolutamente da respingere senza alcuna esitazione. E’, quindi, necessaria la massima unità tra tutte le forze politiche, sociali e sindacali per respingere l’assalto neo-liberista del governo Monti contro i lavoratori e il mondo del lavoro. Ribadiamo che i diritti non si possono annullare o monetizzare. Siamo totalmente convinti che la battaglia per la difesa dell’articolo 18 rappresenta un punto di non ritorno. Non ci possono essere dubbi o ambiguità: si deve stare dalla parte dei diritti e dei lavoratori e si deve respingere questo malsano accanimento contro il mondo del lavoro.


     
  • 1 commento

    1. salvatore

      A quanti credono che i diritti garantiti dei lavoratori siano cosa che riguarda anche la CALABRIA siamo molto lontani dai quei diritti, ma da quale pianete vengono i comunisti? La concezione del lavoro come diritto è cosa molto lontana per la calabria. Ma quando ci renderemo conto che tutti i lavoratori ( almeno buan parte del privato ) firmano buste paga superiori al reddito percepito dunque pagando le tasse non per quello che si percepisce in termini monetari reali quanto per quello scritto in busta! TRUFFA E BEFFA NELLA TRUFFA. Prima dell’articolo 18 qui si discute sui diritti essenziali per i lavoratori ( sicurezza e formazione) oltre ai propri soldi guadagnati e rubati…. Mi fanno ridere queste battaglie…c’è una guerra molto più importante nel sud che si chiama mafia illegalità e indifferenza.Riflettiamo cari amici!

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