michele galimi
E’ CALATO GIA’ il sipario sulla tragica fine della giovane di Anoia,innamorata della musica e della vita. Voglio ritornare su questa vicenda, non per “accaparrarmi” primogeniture, né per sterili polemiche, ma per ribadire la grave lacerazione sociale che sta vivendo la nostra comunità.Voglio, ancora, ribadire che non è mai utile sparare nel mucchio. Anzi sarebbe apprezzabile una analisi che riuscisse ad individuare ruoli e responsabilità,se non altro per evitare che si potessero riperere drammi analoghi. Da qualche anno, attraverso conferenze stampa e pubblici manifesti, vado ripetendo che Cinquefrondi ha perso la sua identità, che di fronte a fenomeni di devianza sociale che interessano soprattutto fasce giovanili, si registra rassegnazione, apatia, indifferenza.Proprio qualche mese fa, richiamavo a raccolta tutta la comunità di fronte a fenomeni di pura delinquenza che avevano come attori attivi, giovani, ragazzi non ancora arrivati alla maggiore età. Mi sono fatto carico, come consigliere comunale e come dirigente di partito, di aprire un confronto serio all’interno del tessuto politico e sociale della nostra realtà, con lo scopo di creare una commissione consiliare permanente, con l’obiettivo di studiare momenti ed azioni preventive necessarie a comprendere meglio i disagi di tanti adolescenti. La stessa “fuga” di una moltitudine di giovani dalle nostre “strade” è indice di un malessere che va approfondito per “costringere” i nostri ragazzi a vivere di più, e meglio, il paese. Sono queste le proposte e le battaglie civili che, con molta umiltà, hanno caratterizzato la mia presenza politica nella nostra realtà. Sono sicuro che tanto ancora si dovrà fare. In conclusione, sapremo veramente ricordare questa sfortunata ragazza, se riusciremo ad articolare una serie di studi ed interventi che facciano emergere la gravità del disagio sociale che alberga all’interno della nostra realtà.