Il 5 luglio del 1971 un gruppo di uomini armati fece irruzione nei locali della Banca Popolare di Polistena con l’intenzione di tentare una rapina. La reazione degli impiegati e il nervosismo dei criminali porto’ a una strage. Quattro le vittime. L’avvenimento fu un trauma per Polistena e per Cinquefrondi – qui vivevano due dei morti – oltre che per l’intero comprensorio, e segno’ nella coscienza di tutti un punto di non ritorno; per i bambini dell’epoca una esperienza cosi’ forte da non poter essere dimenticata, con le prime immagini di un luogo noto viste passare sulle tv in bianco e nero. La strage di Polistena ebbe da subito un’eco nazionale e internazionale e lo stesso presidente della Repubblica Saragat invio’ un messaggio alle famiglie. Benché le inda gini fossero apparse immediate ed efficaci, la vicenda giudiziaria, che coinvolse anche un mafioso del calibro del rosarnese Pino Scriva, fece molti passi falsi. Per ricordare quel tragico giorno e rendere omaggio alle vittime a quaranta anni di distanza, pubblichiamo le prime pagine ed altri articoli apparsi il giorno dopo sull’Unità di Roma e sulla Stampa di Torino
Assalto a una banca uccisi tre funzionari A Polistena, presso Reggio Calabria Quattro banditi hanno fatto fuoco quando uno dei dipendenti della “Banca Popolare” ha reagito – Tra le vittime c’è il direttore – In gravi condizioni altre 2 persone – I rapinatori in fuga Messag gio di Saragat contro i crimini
La Stampa 06/07/1971 Dal nostro corrispondente e. 1. REGGIO CALABRIA, 5 luglio. A Polistena, una cittadina a circa settanta chilometri da Reggio Calabria, quattro uomini armati di pistole e fucili a canne mozze sono entrati alle 12,20, a circa dieci minuti dalla chiusura degli sportelli, nella sede della «Banca Popolare». Hanno intimato al direttore e agli impiegati dell’istituto di credito la consegna di tutto il denaro che si trovava nella cassa. Il direttore, Pasquale Valensise, 70 anni, di Polistena, ha reagito. E’ stato ucciso insieme con altri due impie gati. La ricostruzione dei fatti è ancora sommaria e incerta: i quattro rapinatori di fronte alla inaspettata reazione (uno di loro è stato disarmato dal funzionario) sono stati presi dal panico ed hanno comin ciato a spa rare all’impazzata. Primi a cadere sono stati il direttore della banca e il capuffìcio, poi è toccato agli impiegati. Le vittime oltre a Pasquale Valensise, sono il capufficio Francesco Scarano, di 40 anni e l’impiegato Francesco lemma, di 37 anni. In gra vis sime condizioni sono stati ricoverati all’ospedale di Polistena altri due dipendenti della banca: Gio vanni Gar cea e Domenico Lazzaro. Subito dopo la sparatoria, i banditi, armi in pugno, hanno rinunciato alla rapina, sono saliti su una «Giulia» bianca (i cui primi numeri della targa pare siano RC 20…), e sono fuggiti. Nes suno è riu scito ad inseguirli. Le vittime erano tutte della zona e tutte conosciute e stimate. Il direttore Pasquale Valensise lascia la moglie e due figlie; lo lemma era fidanzato e tra breve avrebbe dovuto sposarsi; lo Scarano lascia la moglie e un figlio letto di sei anni. I banditi sono giunti dinanzi all’agenzia della Banca Popolare verso le 12,15. Tre sono scesi dalla «Giulia» bianca, un quarto è rimasto al volante con il motore acceso. Appena entrati in banca hanno gridato: «Mani in alto! Nes suno sì muova. Non vi capi terà nulla di male. Vogliamo sol tanto i soldi ». Due clienti, atter riti, si sono addos sati al muro. Gli impie gati die tro al ban cone non si sono mossi. Sol tanto il diret tore Pasquale Valen sise ha avuto un gesto forse incon trol lato di rea zione. Si è avven tato su un ban dito armato di un fucile a canne mozze. Lo ha disar mato, poi si è messo ad urlare: «Aiu ta temi; uno l’ho preso, l’ho preso». La frase gli è stata moz zata in bocca da una scarica di panet toni che lo ha rag giunto alla schiena. E’ caduto sul pavi mento, morto. Da quel momento nella banca si sono sen tite sol tanto urla e deto na zioni. I ban diti spa ra vano, i clienti urla vano men tre uno dopo l’altro quat tro impie gati cade vano col piti dalla gra gnuola di pro iet tili. Una donna è riu scita a uscire dalla porta prin ci pale dell’agenzia e ha gri dato per strada: «Ci ammaz zano tutti», poi è sve nuta. Den tro il fumo delle armi ren deva l’aria irre spi ra bile. Due impie gati, Fran ce sco Sca rano e Fran ce sco lemma, erano a terra morti. Altri due si roto la vano feriti. I tre ban diti sono usciti di corsa dalla banca. Sono saliti sulla «Giu lia» (la rico stru zione som ma ria degli avve ni menti è stata fatta dalla poli zia dopo un sopral luogo sul luogo della spa ra to ria) e sono fug giti. Le per sone che sono rima ste incolumi nella banca sono in preda a choc. Non hanno saputo indi care in che dire zione siano fug giti i rapi na tori, ma si ha motivo di cre dere che si siano già rifu giati sull’Aspromonte, una zona che offre rifugi inac ces si bili. Il mini stro dell’Interno Restivo ha con vo cato que sta sera al Vimi nale il capo della poli zia Vicari e il coman dante gene rale dell’Arma dei cara binieri San gior gio «per un esame più appro fon dito della situa zione in rela zione a recenti epi sodi cri mi nali tra cui quello par ti co lar mente grave avve nuto a Poli stena». Restivo ha dispo sto che si rechi subito nella cit ta dina cala brese il vice capo della poli zia diri gente la Cri mi nal pol per coor di nare le inda gini. Il Pre si dente della Repub blica, per il tra mite del pre fetto di Reg gio Cala bria, ha fatto per ve nire ai fami liari di Pasquale Valen sise, Fran cesco Sca rano e Fran ce sco lemma, vit time dell’efferato ecci dio, l’espressione del suo commosso cor do glio.
La dichiarazione di Sara gat «II popolo ha diritto di essere difeso»
Ansa Roma, 5 luglio. Il Pre si dente della Repub blica Sara gat, dopo avere espresso con un tele gramma al pre fetto il suo cor do glio per le vit time e il suo augu rio per i feriti di Polistena, ha fatto la seguente dichia ra zione: «L’assassinio di tre cit ta dini e il feri mento di altri due, di cui uno gra ve mente, che si erano oppo sti eroi ca mente al ten ta tivo di sac cheg gio della Banca Popo lare di Poli stena, è l’ultimo atto di una ondata di cri mi na lità che si abbatte su tutte le regioni del nostro Paese, mie tendo vit time inno centi e offen dendo le più ele men tari norme della con vi venza civile. Si tratta di una vera e pro pria sfida al popolo ita liano, il quale ha diritto di essere tute lato e difeso. Sono sicuro che il Par la mento, il governo, la magi stra tura si ado pe re ranno senza ritardo per stron care que sta furia cri minale, resti tuendo ai cit ta dini la pace civile cui hanno diritto »