Il problema del surplus di rifiuti non nasce oggi. E’ in gran parte figlio di una scarsa consapevolezza delle conseguenze che la gestione sbagliata del settore produce sulla vita di tutti e sull’ambiente in cui viviamo. Solo ora, dopo che la quantità di rifiuti prodotti per persona si è moltiplicata rispetto a dieci o venti anni fa, si comincia timidamente ad avvertire la serietà della questione. Che insieme all’abbandono abusivo di scorie tossiche, è strettamente legata al persistente allarme sociale sul presunto picco di malattie tumorali sul territorio.
In questa pagina proveremo a raccogliere e a ordinare notizie e materiali sulla filiera dei rifiuti solidi urbani a Cinquefrondi, più con lo spirito di analizzare i punti critici che impediscono di uscire dall’emergenza e impostare un servizio efficiente, che con quello di puntare il dito sui presunti colpevoli. Inoltre, rendersi informati e consapevoli di come stiano le cose in materia è una condizione necessaria per introdurre comportamenti sociali virtuosi, possibili solo se ciascuno di noi (cittadino e/o amministratore) apprende a cambiare abitudini.
Sul sistema di raccolta dei Rsu in Calabria è operativo l’Ufficio del Commissario straordinario, organo del governo con poteri speciali. Inoltre, un decreto del presidente del Consiglio del 18 dicembre 2008 dichiara per la Calabria lo stato d’emergenza nel settore rifiuti (il che rende applicabile le norme che prevedono il carcere per chi abbandona rifiuti ingombranti). Nei bacini identificati dalla legge (quello che include Cinquefrondi è l’Ambito territoriale ottimale (Ato) n. 5, sottoambito Piana di Gioia Tauro) operano società pubblico-privato, cooperative sociali e associazioni. Sulla base di finanziamenti regionali sono previste anche attività di informazione e sensibilizzazione alla raccolta differenziata. Il commissariamento della gestione dei rifiuti in Calabria è la riprova di una condizione di difficoltà che riguarda l’intera regione. Qui un commento critico di Legambiente sulla situazione attuale. Il quadro normativo dell’intera materia si può trovare su questa pagina di materiali giuridici. Una pagina dell’assessorato regionale all’Ambiente con link a diversi dossier su rifiuti e riciclaggio.

Il
Comune di Cinque-frondi, insieme agli altri 32 della Piana, è socio partecipante in
Piana Ambiente, società costituita dall’Ufficio del Commissario Straordinario, col 51 per cento del capitale pubblico ed il restante 49 per cento privato. La società è finita sui giornali per polemiche sulla gestione e sugli organigrammi. Sul tema si può leggere una
interrogazione parlamentare dell’on. Angela Napoli. Dopo una crisi societaria Piana Ambiente cambia vertice. Alla sua testa arriva il viceprefetto Fabiano (qui la
biografia sul suo sito).
Secondo dati del Piano Gestione Rifiuti 2002 della regione, nel 1999 in Calabria, con 2.070.000 abitanti, si producevano 823mila tonnellate di Rsu, per una media pro capite di 397 kg/ab/anno e con un incremento annuo del 2-3 per cento.
Nell’Ato di Reggio Calabria la media sale a 424 kg, ovvero 1,1 kg/giorno/abitante. Trasponendo e aggiornando questi dati su Cinquefrondi (6.636 abitanti) risultano 2706 tonnellate/anno, ovvero 7,4 tonnellate/giorno. Considerato che un camion autocompattatore puo caricare 14 metri cubi, equivalenti a 1,4 tonnellate, ogni giorno da Cinquefrondi dovrebbero partire da cinque a sei automezzi colmi di spazzatura. Per far fronte a questa produzione giornaliera di Rsu (che non include i rifiuti speciali prodotti da centri commerciali, aziende artigianali ecc.) il Comune prevede la dislocazione di 45 cassonetti da 3,2 metri cubi e 80 bidoni da 240 litri (fonte: Capitolato d’appalto gara Rsu).
Piana Ambiente si occupa della raccolta dei Rsu indifferenziati (tal quale) dai cassonetti e della spazzatura delle strade nel centro urbano. Puntando a incrementare la quota di raccolta differenziata, a marzo 2008, il Comune ha poi avviato – con le cooperative sociali Cinquepoli di Polistena e AsproWorld – un progetto coi fondi regionali, per il recupero dei rifiuti ingombranti e la raccolta porta-a-porta dei Rsu riciclabili (carta, metallo, plastica). Qui l’articolo della Gazzetta sulla conferenza stampa di presentazione.
Il progetto destinava l’ex scuola rurale di contrada Gunnari a sito di deposito temporaneo dei rifiuti differenziati raccolti porta-a-porta. Alla fine di dicembre 2008, una indagine della Polizia di stato ha portato al sequestro del sito.
Secondo il
Comune di Cinquefrondi l’area della ex scuola non è una
discarica e nemmeno un’
isola ecologica, ma solo un luogo di deposito temporaneo. Le norme in effetti prevedono l’esistenza di stazioni di stoccaggio per quantità importanti di Rsu raccolti, ma, come si può verificare leggendo in
questa pagina, tali siti oltre a osservare specifiche precauzioni a tutela dell’ambiente, necessitano delle autorizzazioni regionali. In ogni caso per un’area del genere (ecopiazzola, isola ecologica, in cui il conferimento non avviene dai singoli privati ma deriva da una raccolta organizzata) la giurisprudenza della Cassazione esclude possa trattarsi di attività temporanea (si applicano gli articoli 27 e 28 del Decreto Ronchi del 2002 che si può consultare qui, poi modificato con il Decreto Legislativo n. 152 del 2006, articolo 208). Il Decreto Legislativo del gennaio 2008, n. 4, esclude per alcune tipologie di isole ecologiche il vincolo dell’autorizzazione, ma non per le piazzole che raccolgono rifiuti destinati al ciclo del riuso.
Le contraddizioni non finiscono qui, soprattutto se si pensa che Cinquefrondi si trova a meno di 20 chilometri da uno dei più grandi e controversi impianti di incenerimento dei Rsu, il cosiddetto termovalorizzatore di contrada Cicerna, nell’area industriale di Gioia Tauro. Gestito da Tec spa (una società controllata da Veolia-Tecnitalia e nelle Pagine Gialle classificata sotto la voce Trattamento e smaltimento rifiuti radioattivi), l’impianto marcia a regime (120.000 t/anno) e non acquisisce i Rsu raccolti da Piana Ambiente, che sono generalmente inviati in discarica. La causa di questo paradosso si deve al fatto che l’inceneritore distrugge i Rsu trasformati in Cdr (Combustibile da rifiuti), ovvero ripuliti delle sostanze che non possono essere bruciate, mentre a Cinquefrondi si raccoglie solo il tal quale. Inoltre l’impianto ha la limitata capacità di trasformazione dei Rsu in Cdr di 20 t/ora, ovvero 45.000 t/anno, e di recupero della frazione organica per 16.000 t/anno (fonte: Arpacal).
Un altro versante del tema rifiuti investe il territorio, ed è quello della gestione delle attività estrattive che sovente si trasformano in pericolose discariche clandestine. Su un forum promosso dal Partito radicale si può leggere un
intervento del geologo Giuseppe Candido che fa il punto della situazione attuale nella regione.