• Controcorrente. Colonialismo, un male non solo italiano e nato prima del fascismo. Sul mausoleo a Graziani possibile una lettura diversa
    02/10/2012 | Mimì Giordano | Edicola di Pinuccio

    L’INOPPORTUNITA’ DELL’OPERA del comune frusinate di Affile non è rappresentata soltanto dal costo dell’opera che supera i 100 mila euro, in un momento sociale ed economico in cui tutti i Comuni devono evitare spese non necessarie. C’è un motivo in più di tale inopportunità: è che si deve porre fine in Italia con le dediche di vie, piazze e parchi a personaggi controversi, protagonisti delle vicende storiche e belliche del Novecento. A muovere iniziative di questo tipo sono, spesso, logiche di parte, risposte polemiche a quanto fatto dagli avversari politici e una sorta di captatio benevolentiae ipocrita,celebrazionistica e falsa che, come in questo caso, la classe politica del centro destra pone in essere. E lo fa senza domandarsi se politicamente gli italiani tutti abbiano maturato l’auspicata pacificazione e serenità del giudizio storico sulla figura oggetto del riconoscimento e, quindi, dell’atto politico.

     

    Talchè l’iniziativa di volta in volta diventa uno sterile atto politico che non reca merito alcuno, anzi diventa pane per i denti affilati di coloro i quali non aspettano altro per riprendere – anche qui con partigianeria – la vecchia contrapposizione fascismo-antifascismo, che interessa ad una cerchia sempre più ristretta di italiani. Relativamente ai rilievi e ai libri del materialista storico Del Boca che descrive le atrocità del generale Graziani nei 6 mesi in cui è durata la guerra d’Etiopia conclusasi nel 1936 e ricordati nel suo articolo dalla professoressa Giovinazzo, penso che le guerre – che oggi tutti esecriamo – abbiano sempre comportato atrocità ed eccidi. Se ci riferiamo alle imprese coloniali, l’Italia le portò avanti ancor prima del fascismo. In Europa, l’Inghilterra ha esercitato il suo potere coloniale sino a 60 anni addietro sul 25% della popolazione mondiale e non lo fece sicuramente a tavolino, né con metodi bonari. In Kenia, negli anni ’50 erano oltre 300 mila i kenioti indigeni di razza kikuyu detenuti in campi di concentramento; ne morirono 100 mila ed oltre mille fra essi vennero impiccati. I soldati inglesi per ogni keniota ucciso percepivano 5 scellini (i 7 euro odierni) e spesso inchiodavano ai segnali stradali i resti dei corpi squartati degli uccisi.

     

    il mausoleo di affile

    Il colonialismo non lo praticò solo l’Italia, ne furono artefici oltre agli inglesi, i francesi, i belgi, i portoghesi, i tedeschi. I parametri morali, storici e politici con cui oggi vengono misurati gli atti di quei tempi da parte dell’Italia fascista devono essere esattamente uguali a quelli con cui si devono giudicare tutte le imprese imperialistiche e gli interventi militari posti in essere dalla Russia comunista, prima, durante e dopo la 2^ guerra mondiale, che sono costate decine di milioni di morti, miseria e carestie,così come avvenne con la forzata dekulakizzazione dell’Ucraina negli anni ’30. E’ vero che l’Italia represse duramente la resistenza Etiope ed Abissina, ma è vero pure che l’Abissinia praticava razzie e segregazioni a danno di popolazioni indigene che,sotto Menelik e Selassiè, vivevano schiavizzate dalle tribù dominanti abissine. La guerra Italo-etiopica scoppiò anche per una serie di conseguenze di episodi bellici avvenuti ai confini somalo-etiopici alla fine del 1934 a danno dell’Italia e per gli strascichi che questi avevano lasciato. Per il nostro intervento in Africa Orientale subimmo le sanzioni economiche dalla Società delle Nazioni. L’Italia non le accettò ed anche alcuni antifascisti manifestarono la loro contrarietà solidarizzando con l’Italia di Mussolini quando il popolo italiano fu chiamato alla solidarietà patriottica.

     

    graziani accanto a vittime di massacri

    Benedetto Croce donò la sua quantità d’oro e la sua medaglia di senatore, seguito dal liberale Albertini, da Vittorio Emanuele Orlando e dal socialista aventiniano Arturo Labriola, rientrato in Italia dal suo esilio a Bruxelles, dopo aver comunicato la sua solidarietà all’Italia. In Abissinia e in Etiopia l’Italia costruì strade, ponti, fognature, scuole, ospedali ed anche quelle popolazioni ne potettero in parte godere. Fu il posto al sole… non per abbronzarsi, ma per creare lavoro ed esportare la civiltà millenaria dell’Italia. Rodolfo Graziani fu uno degli uomini di quell’epoca. Il giudizio storico di alcuni dice che è stato un soldato, un combattente Italiano al servizio della Patria, per altri è stato un criminale. Finchè vivrà la damnatio memoriae non ha alcun senso dedicargli alcun sacrario. L’Italia è il paese che nel 1979 ha votato per l’ingresso nell’Onu dello Stato di uno fra i più esecrati criminali comunisti del secolo scorso, la Cambogia di Pol Pot, ha vie e piazze dedicate alle figure del comunismo internazionale che hanno lasciato milioni di cadaveri dietro di essi e c’è chi grida allo scandalo per il sacrario al Generale Graziani o per una via che si chiede di dedicare a Giorgio Almirante. Vae victis !


     
  • 3 commenti

    1. ang sic

      Graziani era un criminale ributtante. E l’antifascismo non ha proprio nulla di antiquato

      http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=9360
      http://www.youtube.com/watch?v=2IlB7IP4hys&feature=youtu.be

    2. fabio cuzzola

      Sarebbe utile non girare attorno al problema ricercando giustificazioni antelitteram, qui stiamo parlando del mausoleo a Graziani, non ad un colonialismo in generale. Basta con gli italiani brava gente….facciamo ammenda anche della nostra storia così si crea una coscienza collettiva.

    3. antonio s

      voglio essere anche io controcorrente. L’analisi di giordano mi sembra lucida e comprensibile.

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