• Con l’Anno nuovo tornano le Conversazioni in Calabria. Cumpari Micu: “1100 morti pe faticari ntra lu 2011, avarrianu mu nci ntestanu na strada, dedicata a tutti i Caduti del Lavoro”
    02/01/2012 | Mimi' Giordano | Edicola di Pinuccio

    CARI AMICI E LETTORI, perdonatemi se ho trascurato negli ultimi 4 mesi dell’anno l’impegno quasi settimanale con la rubrica “Conversazioni in Calabria”. Ragioni di lavoro, private e anche qualche calo di tensione mi hanno provocato un disattendimento all’impegno stesso. Naturalmente i più non se ne saranno neanche accorti,qualcuno lo avrà salutato con favore, ma a coloro i quali mi hanno sempre ospitato in Edp con rispetto e hanno inserito la rubrica apposita, rinnovo le mie scuse e confesso che ci ho pensato più volte, ma non trovato il tempo né lo spirito giusto per scrivere. I sabati pomeriggio ormai da 8-9 mesi li dedico alla campagna e la Domenica… alla battaglia (correndo) contro i Generali Colest. e Triglic., alla Juve, vecchio amore e al calcio in generale. I nostri compaesani contadini Cumpari Cicciu e Cumpari Micu, poveretti, si sono ripresi solo qualche settimana addietro da problemi di salute. Ieri sono andato a trovare Cumpari Micu e fra qualche giorno farò visita a Cumpari Cicciu, ma so che fra qualche giorno torneranno in campagna. Me lo ha detto cumpari Micu, che si stava riposando su una vecchia sdraio di pelle, imbottita ma spartana, costruita nel 1970 in una fabbrica del nord e robusta come una vecchia Fiat 600.

     

    Fisicamente sta bene Cumpari Micu, una perniciosa complicazione della bronchite beccata per la sudata alla tarantella ballata con la figlia al concerto di Mimmo Cavallaro a Taurianova quest’estate, lo ha allontanato dalla campagna e dai lavori di raccolta delle olive. Ma era contento lo stesso, perché i suoi figli lo hanno degnamente sostituito, trovando il tempo e il modo – Quandu l’amuri voli….- per raccogliere a metà ottobre le olive Ottovrariche prim’ancora che la lebbra le attaccasse e hanno prodotto un olio mangiabile e senza difetti. Più che contento, Cumpari Micu era radioso per il fatto che suo nipote Domenico, neo studente universitario aveva spronato i suoi genitori a dedicarsi alla campagna. Finito di parlare di lavoro,di sacrificio, cumpari Micu si è di colpo rabbuiato per quanto successo nel 2011 in Italia. L’aver ascoltato dalla Tv che nel corso dell’anno 2011 abbiano perso la vita sul lavoro o andando al lavoro o ritornandoci, 1100 lavoratori lo ha addolorato. Ed oltre 600 persone, delle 1100 complessive, sono morte perché le norme di prevenzione antinfortunistica – ma in diversi casi anche per fatalità – non sono state rispettate ed osservate. Vittime dell’incuria,della spietatezza della logica del profitto ad ogni costo o dell’imbruttimento delle condizioni di lavoro… L’Italia, un paese civile, moderno, potenza industrializzata e via dicendo con una Legislazione sociale Previdenziale e di tutela antinfortunistica che risale agli anni ’30 e che in quei tempi non solo l’Europa ci invidiava ma era apprezzata anche in Russia e negli Stati Uniti, nel terzo millennio conta 1100 morti in un anno di cui oltre 600 sul posto di lavoro. Le restanti 500 vittime, sempre legate al lavoro che svolgevano, fanno parte di un’altra ecatombe che solo l’Italia piange: circa 5 mila le vittime annue di incidenti stradali…

     

    Cumpari Micu si è rivolto a mè addolorato e mi ha detto “Ma vui penzati ca ntra n’annu eni comu se la popolazioni di nu paisedhu comu Anoia, a lampu scumparisci, 1100 cristiani chi spèrinu! Oppuru, cu li morti pe incidenti stratali eni comu tri quarti di la popolazioni di Cincrundi non esistarrìa chjiuni! A li tempi mei, cinquant’anni arretu, stu serminiu non succedìa, mancu pe ‘na minimissima parti. Li patruni, è bberu, cercavanu mu risparmianu e ogni tantu facenu li furbi, ma la difficortà era pe tutti, però nc’era chjiù umanità, chjiù rispettu per li cristiani, pe la vita di li cristiani e pe li leggi supa a lu lavuru. E li patruni si la cacavanu di li controlli. Nc’era ancora la mentalità di l’òrdini, di la leggi comu…. a l’època di la…. Bonanima. Mò, sti patruni o st’impresari liccardi di sordi e ammanigghjiati cu la politica e cu la màffia, cu na para di carti di 500 euru s’accàttanu puru a lu cchjiù attu di l’ispettori e di l’òmani di Leggi. E a tutti sti morti supa a lu lavuri,sarrìa giustu, secundu mia, mu nci rèndinu omaggiu. Se ntra sti jiorna incuntru a lu sindacu di Cincrundi, m’abbìcinu e nci dicu chi ndi penza mu nci ‘ntestanu na strata di lu paisi cu na targa chi dici : A TUTTI I CADUTI SUL LAVORO“.

     

    A queste parole, la commozione mi ha sovrastato, ho cercato di dissimulare un nodo alla gola che per qualche attimo mi ha impedito di parlare, così come avviene quando ai funerali di lavoratori del nostro paese viene suonato dalla banda cittadina l’inno dei lavoratori.

     

    Cara Edp, che il 2012 presenti elementi nuovi di comprensione di quanto sta succedendo al popolo Italiano e illumini ognuno di noi su quali siano le strade da percorrere per dare risposte individuali ad un’inquietudine esistenziale e sociale, prim’ancora che economica. Proviamo a dedicarci alla terra, all’agricoltura anche se a quella praticata per autoconsumo e riscoperta del rapporto fra l’uomo a la natura. La terra di sicuro non ci tradirà. Se ad essa si dà, da essa si riceve.

    Buon anno a tutti.