• Caso Reggio. Il Prc: “Il sindaco Arena difende l’indifendibile”
    26/09/2012 | Giuseppe Canale, Flavio Loria, Prc RC | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – Le comunicazioni alla città che il sindaco di Reggio Calabria Arena ha lanciato qualche giorno addietro continuano a destare parecchio stupore non solo per ciò che è stato dichiarato, seguendo un percorso mirante a calmierare una situazione veramente insopportabile e soffocante per la democrazia della città da qualunque lato la si voglia guardare, ma anche per il metodo scelto per comunicare: un vero e proprio rapporto alla città denso di accuse “ufficialmente” non circostanziate ma che intendevano colpire tutto quel mondo che non si arrende all’idea che descrive una Reggio normale da divenire un “modello” politicamente invidiabile. Il sindaco in carica ha avuto solo due anni fa preferenze dagli elettori che andavano oltre il 60 % eppure appare quanto mai evidente che questa amministrazione, nononstante questo risultato, si stia trincerando dentro il Palazzo ed abbia paura di confrontarsi con la città. Un esempio recente l’abbiamo avuto quando è stata negata una richiesta di assemblea pubblica avanzata in maniera legittima (come stabilito dal Tar di Reggio Calabria) da molti cittadini e, in piena continuità con tale scelta, lascia ancora più esterrefatti il fatto che il Sindaco indìca una conferenza stampa vietando le domande ai giornalisti.

     

    Un vero e proprio modo di far tacere le necessarie osservazioni di chi lavora nel campo della libera informazione che per il centro destra calabrese deve essere solo libera nel riportare comunicati stampa che molte volte contengono solo pura propaganda non lasciando spazio ad alcuna riflessione critica. Un vero e proprio modello che l’attuale governatore Scopelliti ha lasciato in eredità a questa amministrazione composta perlopiù da seconde linee indubbiamente meno abili a promuovere le virutosità di fatti che, anche per la penuria di risorse derivante dagli allegri esercizi degli anni passati, sono diventati sempre di meno ed insignificanti. Eppure rispetto alle dichiarazioni del Sindaco Arena ci sarebbero certamente state domande interessanti come ad esempio chiedere quali siano gli errori macroscopici che i giornali riportano per offuscare la nostra bella città, oppure che tipo di risposta dare a chi oramai, anche nell’improbabile ipotesi si dovesse evitare lo scioglimento per le infiltrazioni mafiose, vede all’orizzonte l’inevitabile scoglio del dissesto finanziario. Tutto ciò per noi è la rappresentazione classica della distanza siderale che si misura tra rappresentanti e rappresentati pure negli enti locali e la divisione in casta anche della politica dei livelli appena superiori. Per ritornare ai fatti: il dato contestato dal sindaco sono i 170 milioni di buco di bilancio anno 2010 certificati dalla Corte dei Conti, nell’occasione anche tentando l’estrema normalizzazione di dati che accomunerebbero tutti gli altri enti locali e, ancora, quando

     

    Questi dice che gli eventuali colpevoli devono pagare potrebbe almeno spiegare come, secondo lui che è anche tecnico dei numeri, un bilancio comunale è stato eroso senza che nessuno via via se ne accorgesse, con bilanci artefatti da voci inesistenti (introiti di vendita di immobili invenduti e che nessuno vuole comprare). O, per esempio, chi dell’amministrazione ha sbagliato a scegliere un partner privato per una società mista che poi si è rivelato prestanome della ndrangheta, oppure le motivazioni che lo hanno indotto a non prendere le distanze dai troppi assessori e consiglieri indagati, arrestati e contigui alle cosche. Il Sindaco compie un altro scivolone quando scomoda, evocandoli, i moti del ’70 forse dimenticando o non volendo ricordare che quella pagina di storia di Reggio ha visto tra le altre cose l’eversione nera fare accordi con la ndrangheta per mettere bombe in città e sui treni diretti alla città. Rapporto tra eversione nera e ndrangheta tremendamente attuale visto che dalle indagini in corso a Milano viene fuori che esponenti dell’eversione nera gestiscono liquidità per la  ndrangheta e la borghesia che rivendica il suo ruolo. Anche il suo dominus Scopelliti assume lo stesso atteggiamento, con comparsate televisive ed interviste più o meno compiacenti, trincerandosi nel Palazzo per tentare di fare riforme che riguardano i lavoratori con i quali, ovviamente, non vuole nemmeno parlare con l’epilogo che abbiamo visto dei lavoratori dell’Afor ad assediare il Palazzo del Consiglio Regionale per far valere i loro diritti e per dire che loro la crisi non la vogliono pagare.

     

    Purtroppo ci troviamo in un contesto dove la democrazia è stata letteralmente violentata creando un sistema di consenso drogato dal ricatto occupazionale con una classe politica che ha utilizzato le istituzioni per alimentare questo ricatto e ampliarlo sempre di più: il problema riguardante il commissariamento in gran parte sta qui, se il consiglio comunale verrà sciolto (oltre alla responsabilità politica) questi signori non potranno più gestire le risorse (quel poco che è rimasto) per creare il consenso. L’unico modo che questa città e questi cittadini hanno per riscattarsi è seguire l’esempio dei lavoratori e rivendicare i propri diritti: Rifondazione Comunista vuole essere artefice di questo riscatto offrendo le migliori risorse di cui dispone per riportare il giusto protagonismo di quanti sono rimasti schiacciati da una non-politica asfissiante e ricattatoria ma che ancora credono nelle istituzioni libere, partecipate e democratiche e quindi distanti da interessi oscuri o da soli ipotetici accostamenti alle forze malavitose.